Gambettola, incubo burocratico a 103 anni per rifare la carta d'identità

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Combattere contro la burocrazia a 103 anni. Ieri nonna Selmina Lodise ha dovuto fare i conti contro l’assurdità di regole che vengono prima delle persone, come succede negli uffici di tutta Italia, che invece dovrebbero essere a servizio del cittadino. A maggior ragione se il disagio è causato da un errore non imputabile al cittadino stesso.

La super nonna

La gambettolese più longeva della città, Selmina Lodise, è nata a Carife, in provincia di Avellino, il 27 aprile 1920, e per tanti anni ha lavorato come contadina. È convolata a nozze nell’anno 1938 con Giambattista Fabiano. Il loro matrimonio è stato anche coronato dalla nascita di due figli: Michele e Maddalena. Rimasta vedova nel 1990, all’età di 70 anni, si è trasferita in Romagna, in centro a Gambettola, a casa della figlia Maddalena detta Milena, che già abitava lì. I due figli le hanno inoltre rallegrato la vita con due nipoti a testa: Giovanni e Davide Pastore, Mina e Gianni Fabiano. Quindi sono arrivati anche otto pronipoti: Silvia, Lucia e Francesco Paolo nella famiglia Pastore, Nicola, Michele e Marco nella famiglia Gisoldo, Sebastiano e Sofia nella famiglia Fabiano. Nonostante la veneranda età, è ancora in ottima forma fisica.

L’errore sul codice fiscale

All’età di 103 anni, 2 mesi e una settimana, Selmina si è accorta che le era scaduta la carta d’identità. Ha perciò chiesto se potevano andare a rinnovargliela a casa. Implacabile la risposta: solo se è dotata di certificato di impossibilità a muoversi. Così, accompagnata dalla figlia, si è recata in municipio. Ma qui è arrivata una doccia fredda: le hanno chiesto il codice fiscale e, quando ha esibito la tessera sanitaria che lo contiene, è emerso che, per un errore di trascrizione fatto qualche anno fa, l’Agenzia ha indicato come cognome Ladise al posto di Lodise. Niente da fare: serve il documento corretto o niente rinnovo della carta d’identità, anche se il dubbio rimane: allora come hanno fatto, anni fa, a rilasciare la carta d'identità corretta? L’obiezione è stata però liquidata in modo sbrigativo: le hanno detto di andarlo a farlo correggere e che poteva provare a farlo nella sede dell’Ausl in via Viole.

Seconda tappa a vuoto

Come capita spesso là, c’era una fila lunghissima e nonna Selmina è rimasta ad aspettare in auto, sotto al sole. La figlia è entrata e ha chiesto ai presenti se poteva passare, perché doveva chiedere un’informazione e aveva una donna di 103 anni in auto. Nessuno ha ovviamente fiatato ma quando si è avvicinata allo sportello l’impiegato le ha chiesto: «Che numero d’attesa ha?». Dopodiché, constatato che non era il suo turno, le ha detto che doveva «seguire la fila». La replica è stata scontata: «Ma se ho una 103enne in auto, sotto al sole?», ha chiesto. Per fortuna, chi era in fila ha appoggiato la richiesta di lasciarla passare. Ma ecco che è arrivata un’altra beffa: «Noi non possiamo farci niente - è stata la risposta alla richiesta di correzione - Se c’è un errore, deve andare a Cesena, all’Agenzia delle entrate».

Terza tappa, forse oggi

Dopo aver girovagato senza fortuna tra gli uffici, mamma e figlia, affrante, sono tornate a casa. «Proveremo ad andare a Cesena - dice la più giovane - magari senza portare Selmina». Ma la malcapitata non si dà pace: «Dovrebbe essere lampante che c’è un mero errore in una lettera mal trascritta perché qualcuno ha copiato male dalla carta d’identità».

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