Gambettola, compra terra per ciliegi e ulivi, trova l'amianto

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Compra un terreno per mettere a dimora 200 piante e scopre una discarica nascosta. Disavventura per un gambettolese ultrasettantacinquenne, che dalla passione per il verde è stato catapultato dentro l’incubo di una bonifica costosa e inaspettata. Ma si è rimboccato le maniche e ha messo mano al portafoglio per realizzare il suo sogno.

Area Pua 39 senza pace

Come riportato due giorni fa dal “Corriere”, una petizione è stata protocollata lo scorso 27 luglio, sottoscritta da 115 cittadini che chiedono attenzione per la situazione idrogeologica dell’ex area Pua 39, che domani approderà in Consiglio comunale a Gambettola. I firmatari temono che l’area di 60mila metri quadrati possa tornare edificabile. Il terreno, che un tempo apparteneva alla Curia vescovile di Cesena, era stata venduto a una società immobiliare che nel 2008 vi aveva progettato una grossa urbanizzazione. Poi è fallita e l’area è passata in mano al curatore fallimentare. La mancata firma delle convenzioni col Comune di Gambettola ha fatto sì che perdesse l’edificabilità e quindi è stata ripristinata la destinazione agricola. Ma essendo a ridosso del centro urbano, è stato acquistato l’anno scorso da varie famiglie gambettolesi, che desiderano crearci un orto o un parco.

La brutta sorpresa

Un lotto da 8mila metri quadrati è stato acquistato da un pensionato che sogna di realizzare lì un piccolo parco. Ma, inaspettata, è arrivata una doccia fredda. «Ero molto contento perché il prezzo del terreno era stato tutto sommato a buon mercato - riferisce - Ma quando sono andato a estirpare un ampio canneto, mi è venuto un accidente. Ho trovato una discarica con macerie, elettrodomestici, mobili, tutto occultato dal verde del canneto. Quello che è peggio è che c’era anche dell’amianto semisepolto. Dopo lo sconforto, mi sono messo all’opera. Vestito come un palombaro, prima di tutto ho raccolto e messo in sicurezza l’amianto, contattando subito una ditta specializzata, che oggi (ieri per chi legge, ndr) dovrebbe venire a ritirarlo e mi è costata una fortuna. Poi ho fatto venire un camion e portato in discarica le macerie, mentre mobili e elettrodomestici li ho consegnati all’isola ecologica. Ci ho lavorato come un matto per un mese. Ora, eliminati i pericoli, penso anche di bonificare uno strato di terreno, asportandolo e portandoci terreno migliore in superficie».

Il progetto verde

«Il mio sogno - informa il pensionato - è di vederci crescere un parco da 200 alberi, tra cui ciliegi, ulivi e piante autoctone. Già la prossima primavera conto di piantare i primi 50». Qualche sera fa, alcuni residenti hanno segnalato la presenza di carabinieri intenti a fotografare l’area e i mucchi di amianto. «Mi hanno avvisato i vicini - dice il pensionato - ma quando sono arrivato non c’era più nessuno. L’ordine di smaltimento era già partito e penso che sia tutto in regola». Poi una battuta verso alcuni concittadini, che l’hanno criticato: «Mi fanno rabbia quei gambettolesi che, solo dopo che ho cominciato a bonificare il canneto, mi hanno detto che lì esisteva una discarica da 20 anni. Ma allora non potevano segnalarlo a chi di dovere già allora o in seguito alle varie aggiunte? A me sono rimasti tutti i costi e la fatica. Ma ho la tranquillità di essermi comportato da cittadino rispettoso delle regole, anche se il terreno alla fine mi costa caro».

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