Galeata tra i primi 5 comuni in regione per numero di stranieri

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Tra i cinque comuni dell’Emilia Romagna con la percentuale più alta di stranieri c’è anche quello di Galeata. Su 2.420 abitanti, 477 persone provengono da altre nazioni, pari al 19,7% del totale, (il tasso regionale si attesta a 12,6%). Ma Galeata non è l’unica: in Val Bidente sono diverse le cittadine che contano un alto numero di stranieri. Anche Santa Sofia, ultimo baluardo prima dell’inasprirsi dei pendii della Campigna, conta 531 persone di origini non italiane su 4.061 abitanti, per una percentuale di stranieri pari al 13,0%. Le cause? Come spiegano i sindaci dei due comuni, Elisa Deo e Daniele Valbonesi, determinante è la presenza a Santa Sofia della ex Pollo del campo, l’azienda agricola recentemente acquisita da Amadori. Lo stabilimento, che vanta circa 1.500 dipendenti, nei decenni scorsi avrebbe infatti attratto in Val Bidente numerosi lavoratori provenienti in gran parte da Marocco e Romania. A Galeata e a Santa Sofia i marocchini sono rispettivamente 172 e 183, mentre i rumeni 87 e 136.

«Se a Galeata c’è storicamente un tasso elevato di immigrazione - chiarisce Elisa Deo - la ragione è da rinvenire non solo nella vicinanza dello stabilimento di Santa Sofia, ma anche nelle scelte di politica abitativa fatte nei decenni scorsi». Tra la popolazione autoctona di Galeata e i nuovi “inquilini” si sarebbe instaurato un buon equilibrio. «C’è un’efficace interazione - dice la sindaca, specificando di preferire questo sostantivo a quello più usato di “integrazione” - perché l’importante è creare rapporti all’interno della comunità. Per riuscire a garantire armonia nel paese, l’amministrazione si è sempre impegnata ad assicurare una solida rete di servizi sociali e di assistenza, creando anche un centro per stranieri, e mantenendo sempre alta l’attenzione sulle dinamiche che potessero far sospettare disagi capaci di sfociare in episodi di intolleranza». «Certo - aggiunge - la presenza degli stranieri è stata a lungo il cavallo di battaglia di alcuni partiti, e sono certa che se invece che puntare sull’inclusione fosse stata alimentata l’ostilità, oggi parleremmo di un’altra Galeata».


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