Frankie Hi-Nrg a Bertinoro per Entroterre Festival

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Domani sera alle 21.30 Entroterre festival fa tappa a Bertinoro, città del vino, della gastronomia e della musica, con un evento esclusivo: ai Giardini della Rocca jazz e rap si incontrano in un viaggio fatto di contaminazioni musicali, dissonanze in rima, cortocircuiti geografici grazie al concerto esplosivo di Frankie Hi-Nrg Mc, uno dei più noti rapper e produttori discografici italiani, e al trio Aljazzeera.

Frankie Hi-Nrg Mc e Aljazzeera mettono in scena una contaminazione senza eguali, che rinnova i generi di provenienza, dove l’indignazione del rap diventa sottile e tagliente grazie alle melodie acide e rarefatte dei sassofoni, ai riff distorti del basso e ai ritmi sostenuti della batteria. Influenze afroamericane e mediorientali, tre parti di Torino e una di Aosta, agitate e agitanti. L’improvvisazione incalzante del fraseggio hip-hop sposa la libera improvvisazione di un jazz dal sapore magrebino. Ne deriva un’alchimia esplosiva che ha la verve del rock e l’eleganza del jazz.

Frankie Hi-Nrg Mc, pioniere del rap italiano, vanta partecipazioni al Festival di Sanremo e collaborazioni con numerosi artisti internazionali. Ama spaziare dalla musica alla fotografia, dal teatro al cinema, innescando un cortocircuito di contaminazioni che confluisce all’interno della sua ricerca musicale. E dopo aver viaggiato tra i più vari mondi della musica (tra cui la partecipazione nei panni di Erode nella produzione del 2022 del musical “Jesus Christ Superstar”), ha trovato un connubio a detta sua energetico, leggero e divertente: rap e jazz.

Perché ha scelto di collaborare con il trio Aljazzeera per questo concerto? Da dove è nata l’idea di unire jazz e rap?

«È nata nel 2018, quando Giorgio Li Calzi, all’epoca direttore del Torino jazz festival, ha avuto l’intuizione di fare incontrare il repertorio di Aljazzeera con il mio, e quindi creando una sorta di mash-up, un mix che porta l’energia del jazz, non classico, ma atipico, quello degli Aljazzeera, con i miei testi e i miei temi. Si è scoperto che insieme stanno molto bene, e da allora portiamo in giro uno spettacolo fatto di musica sicuramente con un alto coefficiente energetico, ma anche leggera, e soprattutto divertente. Insomma, uno spettacolo vario, che devo dire che piace molto anche ai bambini, che con frequenza capita di trovare ai nostri concerti, e non si annoiano».

Dopo la lunga pausa del lockdown, finalmente l’industria si sta rimettendo in piedi. I suoi concerti sono cambiati in qualche modo dopo il Covid?

«C’è una maggiore partecipazione da parte del pubblico, un interesse specifico nell’essere tutti insieme a fare qualcosa. La relazione empatica tra palco e pubblico mi sembra molto più diretta, molto più schietta, molto più sincera. C’è un’altra relazione, sicuramente, ed è un pubblico che ha molti meno problemi a mescolarsi rispetto a prima: varie fasce di età, varie appartenenze, tutte raccolte nello stesso spazio, coesistendo con grande armonia e piacere reciproco».

Ha dei progetti nel futuro che può anticiparci?

«C’è un’idea, che non so quando si realizzerà, di registrare un disco insieme ad Aljazzeera, per incidere le nostre collaborazioni. Sarebbe perfetto per coronare questo nostro lavoro insieme».

www.entroterre.org

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