Franco126 oggi a Cattolica: l'intervista

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Si intitola “Multisala” il secondo album di Franco126, che sarà all’Arena della Regina di Cattolica stasera dalle 21. La novità principale del disco è una svolta cantautorale, come conferma l’autore: «L’obiettivo era proprio quello, anche se può apparire citazionista. Il mio avvicinamento verso i cantautori degli anni ’70 era già in atto, ma in questo disco ho fatto un passo decisivo con le melodie e i suoni».

Possiamo quindi dichiarare definitivamente chiuso il suo periodo rap e hip-hop?

«Non lo considero un periodo; continuo a fare rap e hip-hop, ma credo che in questo momento storico sia consentito sperimentare, quindi affianco a quello nuove cose».

Lei è espressione di una scuola romana che negli ultimi anni ha prodotto decine di nuovi interpreti: cos’ha di speciale Roma, in questo senso?

«Credo dipenda dal fatto che Roma è una città molto estesa, con tante diverse realtà, una specie di puzzle di quartieri, quindi si vive dentro al proprio mondo, che fa parte di un mondo più vasto».

Cantautori romani e anni ’70 di cui ha parlato confluiscono nella figura di Franco Califano, il cui fantasma aleggia nel disco.

«È vero, Califano è uno dei miei riferimenti principali, non tanto nella struttura delle canzoni e nelle armonie, quanto in quella sorta di latente malinconia che lo caratterizzava, e in cui mi trovo rappresentato anch’io».

Veniamo al tour: si chiama “Multisala premiere”, ed è, come il disco, ispirato al mondo del cinema, che è anche rappresentato scenicamente sul palco.

«Ci sono delle sedie da sala cinematografica e dei manifesti che ricreano l’atmosfera di un cinema, e lo spettacolo è diviso in due parti: primo e secondo tempo, proprio come un film. Ci sono i brani di “Multisala”, ma anche pezzi del mio primo disco solista “Stanza singola” e del disco che ho fatto insieme a Carl Brave “Polaroid”. Si tratta perciò di un concerto piuttosto corposo, e per questo motivo siamo in sei sul palco».

I suoi brani vengono spesso definiti “cortometraggi in musica”: si ritrova in questa definizione?

«Non esattamente. Certamente la scrittura è cinematografica, fatta per immagini, quindi vicina a quel tipo di racconto, ma c’è una differenza sostanziale: mentre il cinema racconta storie, la canzone mira a suscitare sensazioni».

Biglietti a 36,80 e 43,70 euro. Info www.pulpliveonstage.it.

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