Forlì. Viaggio nel quartiere fantasma dove l'acqua ha vinto - Gallery

Un cumulo di bancali, pezzi di assi e un cassonetto della carta rovesciato sbarrano via dei Molini, la strada che da via Firenze corre accanto alla chiesa dei Romiti. Sembra la barricata di una guerra combattuta a colpi di acqua e fango. Le bandelle bianche e rosse con cui nella notte è stata isolata una parte del quartiere sono state infrante ma lasciano percepire l’epicentro del dramma che si è consumato, nella notte tra martedì e mercoledì, quando il Montone è esondato lasciando al suo passaggio fango e disperazione. «E’ ancora chiuso il ponte di Schiavonia?», chiede Massimo che abita proprio in via dei Molini ma che ha l’ufficio in corso Garibaldi. La sua casa è allagata ed anche l’ufficio, un punto Aci, martedì sera era minacciato dall’esondazione del fiume. «Ieri sera – racconta - ho staccato i computer ed il server, almeno quello l’ho salvato ma è chiaro che se è entrata l’acqua è un disastro. Voglio raggiungere l’ufficio per vedere qual è la situazione perché dalle immagini che mi sono arrivate ieri la zona era allagata». Sarebbe un doppio danno perché la casa è stata completamente sommersa. «L’abitazione – racconta – ha due piani: il piano terra è allagato. I mobili galleggiano, l’acqua è arrivata a metà delle finestre: sarà stata un metro e quaranta questa mattina. Mai al mondo avremmo pensato ad una roba del genere anche perché l’argine era bello alto».

La furia del Montone ha spazzato via tutto ciò che ha incontrato lungo il suo passaggio. L’elicottero, per tutta la giornata di ieri ha continuato a sorvolare le case e sono numerosi gli interventi fatti durante la notte quando, aggrappati al verricello, i soccorritori hanno raggiunto i tetti delle abitazioni per salvare i cittadini. «E’ da stanotte che quell’animale lì gira – dice Giulio, un residente, riferendosi ad elicottero dell’esercito –. Io abito a destra della chiesa dove la strada, nella prima parte, è allagata. Poi sale e ci sono due condomini: noi lassù in cima non abbiamo avuto niente. Mio cugino, che non c’è più, mi fece comprare la villetta lì perché, mi disse “se si allaga qui vuol dire che a Forlì ci sono due metri d’acqua” ha avuto ragione. E pensare che volevo portare la macchina nel parcheggio del supermercato Aldi che è tutto sommerso dall’acqua. Infatti c’è un signore che ha portato due Ferrari lì dove abitiamo noi, sono ancora parcheggiate fuori». «Io ho sempre abitato qui - aggiunge un altro cittadino - ma una roba così non è mai capitata. Non ho il coraggio di girare per il quartiere».

Il fango ricopre l’asfalto e per muoversi bisogna prestare massima attenzione per non rischiare di scivolare. Il quartiere è in ginocchio e in qualche angolo, c’è un forte odore di metano. Il campetto di via Sapinia è un grande laghetto dove sono appena percepibili le panchine e i bidoni che affiorano dell’acqua torbida dal fango. È una scena surreale. I piani terra dei numerosi palazzi in cui si sviluppano le cantine al di sotto del piano stradale sembrano piscine a cielo aperto. Qui l’altezza dell’acqua è di diversi metri e lambisce i balconi dei primi piani. Le cantine e tutto ciò che contenevano sono stati completamente sommersi: le macchine parcheggiate nei cortili condominiali non sono percepibili all’occhio. «Lì c’era un canestro», dice un residente indicando un’abitazione circondata completamente da un muro d’acqua che non lascia affiorare nulla.

Al civico numero 4 di via Sapinia, i condomini con i loro bambini si sono radunati sulla porta del palazzo che, la notte scorsa, hanno cercato di proteggere come potevano sbarrando l’ingresso con assi di legno e materiale di fortuna. Le cantine sono completamente allagate, l’acqua è salita all’interno del condominio, inghiottendo le scale che scendono verso le rimesse e riempiendo anche il vano ascensore. «Siamo isolati, senza luce e senza telefono – raccontano – . L’acqua è venuta tutta in qua, ci saranno 5 metri d’acqua». Nel condominio abitano 8 famiglie, molti sono i bambini. «Questa notte è stato un incubo – raccontano – c’è anche gente anziana. È un disastro». La finestra della cucina si affaccia sul retro dei palazzi inghiottiti dall’acqua del fiume. «Qui sotto c’erano i garage – raccontano –. La gente che abita nelle case basse circostanti si è salvata perché è salita ai piani superiori. L’acqua è arrivata verso le 19,30 ed è stata velocissima. Alle 20.30 si era riempita già tutta la scala».

Dalla finestra hanno assistito ad una scena apocalittica. «Vedevamo l’acqua aumentare velocemente, siamo stati tutta la notte svegli con gli allarmi che suonavano ed una forte odore di metano. Vediamo quando ci ridaranno la luce, per il momento siamo con le candele. Quella che verrà sarà una notte dura, è anche freddo». Qualche metro più avanti, in viale Bologna, i Vigili del fuoco a bordo di un gommone hanno appena soccorso una famiglia. Anche il loro cane, fradicio di acqua, è salvo.

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