Forlì, università: "Il numero chiuso non è irreversibile"

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Dietro al numero chiuso di molti corsi di laurea del campus forlivese c’è l’incapacità di aule e laboratori «di accogliere un numero maggiore di studenti». Il neo eletto presidente di Campus, Emanuele Menegatti, lo riconosce, ammettendo che dietro alle scelte prese quando a condurre il polo universitario forlivese era il suo predecessore Luca Mazzara, c’era proprio “l’incapienza” di stabili ed edifici. D’altronde, come ricorda Simona Marrone, una dei portavoce di Udu, L’Unione degli universitari, l’associazione studentesca più volte e a più riprese ha fatto richiesta di interventi strutturali per sopperire a queste mancanze.

Spazi di aggregazione

«C’è una ragione per cui il campus di Forlì è l’unico dell’Unibo in cui gli iscritti sono calati. Ed è per colpa del numero chiuso. Ma il numero chiuso, - sottolinea Marrone - a sua volta, è stato introdotto perché mancano gli spazi. E interventi per rimediare non sono stati fatti. Mancano spazi di aggregazione - ricorda ancora la ragazza - organizzare incontri e manifestazioni richiede larghissimi anticipi e spesso è impossibile trovare un luogo adeguato: nel 2019, ad esempio, abbiamo dovuto rinunciare a fare un cineforum. E questo quando ancora il Covid non esisteva, quindi non abbiamo desistito certo per ragioni sanitarie». «Mancano anche luoghi in cui studiare insieme, in cui fare lavori di gruppo - continua - e le riunioni dell’associazione (Udu, ndr) siamo costretti a farle nella sala di Forlì città aperta

Aperto al dialogo

I problemi descritti dai ragazzi, il nuovo presidente li conosce bene. «È vero, me ne hanno parlato durante la campagna elettorale - spiega Menegatti -. Al più presto incontrerò gli studenti per trovare delle soluzioni. Ad esempio, la sala studio sopra la mensa potrebbe essere usata per le iniziative studentesche, soprattutto negli orari serali». Menegatti è infatti il primo a riconoscere l’importanza di avere spazi di aggregazione, «danno vitalità al campus.- dice - In Nord Europa lo sanno molto bene». Nell’ottica di venire incontro alle esigenze degli studenti, proprio il numero chiuso, che al momento è previsto per molte (ma non tutte) le facoltà, potrebbe essere oggetto di ripensamento. «Non è certo una scelta irreversibile - ci impegneremo ad acquisire nuove aule e ad ampliare gli spazi. A quel punto saremo ben lieti di eliminare il numero chiuso». I dettagli sul Corriere Romagna oggi in edicola

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