Forlì. "Undici ore in acqua, la notte più lunga della mia vita"

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Undici ore nell’acqua, attaccato a mezzi di fortuna per non essere trascinato via dalla furia delle acque. Un’odissea che Rodolfo Lombardi, 67 anni, può raccontare grazie alla sua forza d’animo e allo spirito di sopravvivenza, ma la notte è stata lunghissima. «Ero al Ronco, in via della Croce. Erano circa le 19.30 – racconta lui stesso –, il fiume aveva già rotto l’argine. Sono un allevatore e stavo mettendo in salvo i miei cani perchè avevo visto che le cose non avevano preso un verso giusto. Avevo messo i cani nel mio furgone attrezzato per il trasporto degli animali, ma in quel momento il mezzo è stato trascinato via dalla corrente. A quel punto ho liberato tutti i cani dal furgone, ma è iniziata la mia odissea. Ero in mezzo all’acqua in piena azione. Durissime sono state le prime cinque-sei ore perché l’acqua mi sbatteva da tutte le parti, poi ho trovato una latta di plastica e mi sono aggrappato a quella e già mi dava un bell’aiuto. Poi ho trovato un cassonetto di legno e me lo sono messo sotto braccio e non facevo fatica a galleggiare perché avevo queste due cose che mi tenevano abbastanza bene. In quel momento mi sono tolto un bel peso. Verso l’1.30-2 della notte ho cercato di arrivare verso qualche albero o frasca perché sarebbe stata dura arrivare al mattino. Un elicottero non mi ha trovato, è arrivato a 30 metri da me, poi ha girato la direzione, io chiamavo ma non mi hanno sentito. E quello è stato il momento forse più duro, perché ho visto l’elicottero andare via e ho capito che avrei dovuto sbrigarmela per conto mio. Verso le 2 sono riuscito ad arrivare verso delle canne da fiume, ho trovato un ammasso di tavoli di legno legate con del filo di ferro e anche quelli mi hanno salvato perché le ho legate ad un salice e mi ci sono messo sopra, aspettando le 6 di stamattina (ieri, ndr) quando ho visto delle persone dall’altra parte e gli ho chiesto che mi dessero una mano. Alle 6.30 sono arrivati i vigili del fuoco. Sarò stato lontano 450 metri da dove è iniziato tutto». Nonostante una disavventura che avrebbe piegato molti, Rodolfo Lombardi non si è abbattuto. «Non c’era nessuno che potesse sentire le mie richieste di aiuto – ricorda – è stata una notte di meditazione e solitudine. Adesso sto bene e sono sufficientemente operativo. Adesso vedremo come fare ad aggiustare tutte questo cose perchè in quella zona c’è tanta acqua, è un inferno. Almeno abbiamo portato a casa la pelle. Quando ho trovato la latta e il cassone di legno che mi aiutavano a galleggiare ho pensato che da qualche parte sarei riuscito ad aggrapparmi. Ho provato a ragionare, perché in quelle circostanze se ti fai prendere dai nervi vai giù a fondo velocemente vista la potenza che aveva l’acqua. Basti pensare che ha spostato un furgone. I cani? Alcuni li abbiamo trovati, altri li stiamo cercando».

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