Forlì, torna la colletta alimentare

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Saranno una cinquantina i punti vendita di Forlì e comprensorio coinvolti nella 25ª edizione della “Giornata nazionale della colletta alimentare”, in programma oggi in tutt’Italia “in presenza”, dopo la scorsa edizione in cui era dematerializzata e realizzata con gift-card convertite in cibo. Nelle aziende forlivesi aderenti all’iniziativa si alterneranno centinaia di volontari, riconoscibili per le caratteristiche pettorine gialle, che proporranno ai clienti l’acquisto di prodotti alimentari di lunga conservazione (omogeneizzati alla frutta, tonno e carne in scatola, olio, legumi, pelati), da consegnare all’uscita del negozio. Si potranno così sostenere circa 50 strutture caritative convenzionate con Banco Alimentare (mense per i poveri, comunità per i minori, banchi di solidarietà, centri d’accoglienza eccetera). In Emilia Romagna, le strutture convenzionate beneficiarie saranno 746 e i prodotti donati arriveranno a circa 125.000 persone.

L’impegno

La Colletta Alimentare, che gode dell’Alto patronato della presidenza della Repubblica, è realizzata in collaborazione con l’Esercito Italiano e decine di migliaia di volontari in tutto il Paese, muniti di greenpass, aderenti all’Associazione nazionale alpini, all’Associazione nazionale bersaglieri, alla società San Vincenzo De Paoli, alla Compagnia delle opere sociali e a centinaia di altre associazioni. Il Banco Alimentare svolge una funzione fondamentale nel supporto alle organizzazioni di volontariato che assistono i poveri. La Colletta Alimentare è il gesto educativo di volontariato più partecipato in Italia, ed è stata la prima esperienza solidale di questo tipo. Da un quarto di secolo permette di sensibilizzare le persone a compiere un atto concreto di aiuto verso i più bisognosi e ha dato il via ad iniziative simili, realizzate poi anche da altre organizzazioni. La Fondazione Banco Alimentare Onlus è una delle più grandi organizzazioni “no profit” italiane, fondata 30 anni fa a Monza dall’industriale Danilo Fossati. L’attività principale è ritirare da rivenditori, aziende di trasformazione o direttamente dai produttori, derrate ormai prossime alla scadenza o semplicemente mal confezionate. In questo modo si arriva ad abbattere i costi d’approvvigionamento degli utenti, ma anche ad impedire la distruzione di alimenti di primissima qualità, la cui unica “colpa” è quella di non essere arrivati in tempo nei circuiti di vendita.

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