Forlì, "una attesa di 18 mesi per il logopedista per un bambino"

Liste d’attesa di 6 mesi-1 anno per la presa in carico dei bambini con difficoltà nello sviluppo del linguaggio da parte della neuropsichiatria e fino a 18 mesi per l’incontro con i logopedisti. I lunghi tempi d’attesa per le visite dei bimbi che si verificano nella nostra città obbligano, spesso, i genitori a doversi rivolgere a professionisti privati. È un grido d’aiuto quello lanciato da Elena Morra, consigliere della lista civica “Forlì cambia” durante il consiglio comunale straordinario di giovedì sera che ha visto la partecipazione, fra gli altri, dell’assessore regionale Raffaele Donini. «Mi permetto di fare un appello accorato per quanto riguarda i servizi che la nostra azienda eroga relativi alla neuropsichiatria infantile - ha detto la consigliera comunale -. È un discorso che sta molto a cuore alle famiglie perché siamo in un momento di calo demografico e i bambini non solo sono numericamente sempre meno ma hanno sempre più problemi nello sviluppo. Rivolgo un appello affinché sia possibile potenziare il servizio della neuropsichiatria infantile che si trova in questo momento in una difficoltà enorme». Criticità che troverebbero riscontro nei dati.

Disabilità e scuola

L’ufficio scolastico regionale di Bologna ha stilato un documento, relativo agli ultimi 20 anni, sulla presenza degli alunni con disabilità nelle scuole dell’Emilia Romagna. Da tale rapporto risulterebbe che la provincia di Forlì- Cesena registra un aumento percentuale degli alunni con difficoltà certificate molto inferiore delle altre province. « Se a Ferrara, sulla popolazione scolastica è presente il 4,3% di alunni certificati, a Forlì la percentuale scende al 2,8% ovvero un terzo in meno: da cosa dipende questo scarso numero di alunni certificati a livello provinciale rispetto quello della regione?», ha chiesto Morra rivolgendosi direttamente a Donini.

Liste d'attesa


Altro nodo da sciogliere è relativo alle lunghe liste d’attesa che spesso obbligano i genitori a pagare, quando possono farlo, lunghi percorsi con specialisti privati. «In questo settore nella nostra città - continua la consigliera - ciò che percepiscono le famiglie che hanno bambini che devono essere certificati o che hanno un ritardo del linguaggio è che la presa in carico neuropsichiatra e logopedia nell’età infantile è molto complicata. Un bambino di 3 anni e mezzo, poiché è questa l’età in cui si comprende che ci sono problemi nel linguaggio, oggi deve aspettare per la presa in carico dal servizio di neuropsichiatria e logopedia, 6 mesi-1 anno. Voi capite che su un bambino di tre anni e mezzo, deve aspettare che ne abbia 5 affinché possa essere preso in carico, vuol dire che non sviluppa certe capacità e con esse le relazioni isolandosi dai compagni. È un problema molto grave. Abbiamo dati che ci parlano di un’attesa di 18 mesi per andare dallo logopedista che per le famiglie si risolve, solo ed esclusivamente, con il pagamento di una prestazione logopedica che è settimanale. Quindi - sottolinea Morra - le famiglie possono aiutare i loro bimbi solamente se hanno i soldi per poter garantire a loro un servizio a pagamento?».
«Ha ragione - le ha risposto l’assessore regionale Raffaele Donini - è un impegno che ci dobbiamo prendere. Avevamo cominciato, anche con un passo abbastanza lungo, ad investire per esempio sullo psicologo di comunità come primo elemento di capacità di cogliere il disagio, assieme ai pediatri e ai medici di medicina generale. Continueremo ad investire in una rete di primo livello. La rete della psichiatria infantile va rimpinguata ma anche lì purtroppo ci sono delle difficoltà di reperimento del personale. La nostra intenzione - promette - è quella di arrivare ad una presa in carico precoce e continua. Sul tema specifico della certificazione stiamo facendo delle valutazioni e il dato ci era noto. Credo che progressivamente potremmo anche pensare di allineare il dato a quello regionale quindi bisogna investire con maggiore efficacia in quell’ambito. È un impegno che mi voglio prendere».
«ll grido di allarme del consigliere Morra trova accoglimento anche nel sindaco, Gian Luca Zattini , per il quale «ritardare un intervento in un bambino vuol dire condizionargli la vita».

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