Forlì, studentessa ucraina di 25 anni: i russi uccidono i civili

«Mi si spezza il cuore a vedere in televisione e nei video degli amici quello che sta accadendo adesso nel mio Paese. La situazione è tragica in Ucraina». A raccontarlo è Lyudmmyla Hadomska, 25 anni, che è riuscita a fuggire da Leopoli e ricongiungersi con i genitori che da 10 anni vivono e lavorano a Forlì. «I russi sparano e uccidono i civili. Manca tutto, anche il latte per i bambini. Non c’è acqua, elettricità e cibo per cui è difficile cucinare, anche se ci sono allevamenti, gli animali muoiono e le persone sono costrette a rifugiarsi nei bunker o nei sotterranei delle metropolitane». La rotta per la salvezza è stata lenta, lunga. Lyudmmyla per raggiungere i genitori, infatti, è stata bloccata alla frontiera polacca per ben 16 ore. Solo dopo due giorni di viaggio, sabato ha potuto riabbracciare la mamma e il papà. «A Leopoli ho lasciato la nonna che non vuole abbandonare il suo paese, il mio gatto e gli amici – prosegue nel racconto la giovane donna –. Vorrei poter tornare al più presto in Ucraina, la mia vita è lì». Proprio ad ovest dell’Ucraina, a 300 chilometri dalla Polonia, frequenta la facoltà di medicina. «Non ho potuto terminare la specialistica in gastroenterologia, l’Università è chiusa a seguito dello scoppio della guerra. Con il titolo di studio in mio possesso, ora posso essere solo l’infermiera e attualmente danno la precedenza solo agli uomini che, per altro, non possono scappare ma sono tenuti a restare per difendere il Paese». Lyudmmyla è solo una delle tante persone che sta cercando riparo altrove e sfuggire alla situazione drammatica che gli attacchi russi hanno provocato in Ucraina. «Il primo giorno eravamo terrorizzati, in tanti hanno deciso di scappare ma molti ora stanno rientrando per dare una mano e difendere le proprie città. Dai video che mi mandano gli amici, vedo com’è la situazione. Ho visto scene da brividi, persone che lanciano bottiglie molotov contro i carri armati russi. Il governo, però, ha detto di farlo solo nel caso questi siano aggressivi nei confronti dei civili perché se venissero abbandonati potrebbero tornarci utili. Non capiamo perché stia accadendo tutto questo». La 25enne ucraina si è ricongiunta ai genitori ma è anche ospite dell’associazione Salute e Solidarietà, la quale presta il suo contributo al tavolo di coordinamento del Comune per accogliere le persone che attualmente stanno scappando dall’Ucraina. L’associazione cura le persone che non possono accedere all’assistenza sanitaria pubblica ed è formata da medici, infermieri, operatori della sanità, amministrativi tuttora al lavoro o pensionati. «Diamo una mano per gli aspetti sanitari – afferma Giorgio Maria Verdecchia dell’associazione -. Abbiamo già in essere un progetto per assistere mamme e bambini stranieri, ora diamo il nostro supporto anche per queste famiglie con una prima valutazione sullo stato di salute, sul ciclo vaccinale o eventualmente effettuiamo tamponi. E’ previsto un supporto psicologico per i disturbi da stress post traumatico e inoltre abbiamo attivato un servizio di traduzione, specialmente per i più piccini». L’associazione, infine, ha stretto un accordo con Forlifarma che ha previsto uno sconto del 20% sull’acquisto diretto dei medicinali da inviare in Ucraina. Questo il codice iban per le donazioni: It39b0854213200000000285513.

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