Forlì. Non solo medicina, il corpo si cura anche con la cultura

Dopo le edizioni di Bologna e Cesena, “Me ne cibo”, l’evento dell’Istituto Oncologico Romagnolo per riflettere sul tema della cura, fa tappa a Forlì al San Giacomo. A far conversare tra loro le più diverse personalità del mondo della medicina, dello spettacolo e della cultura è il direttore dell’Unità Operativa di Gastroenterologia e Endoscopia Digestiva di Forlì e Cesena, Carlo Fabbri.

«Questa iniziativa nasce dalla volontà di capire di cosa si nutre l’uomo - spiega lo stesso Fabbri, ideatore di “Me ne cibo” -, siano relazioni umane, libri, musica. In sostanza ci occupiamo della salute del corpo a tutto tondo e di come decidiamo di trattarlo, anche sulla base di quello che mangiamo e qui siamo in una terra che offre uno spettro variegato dal punto di vista alimentare». Insomma, un incontro per favorire riflessioni sul tema della “cura” grazie al contributo di ospiti provenienti da percorsi intellettuali diversi ma con grande attitudine alla connessione multiculturale. Tra questi Nicola Magrini (direttore generale dell’Agenzia italiana del farmaco), lo psicoanalista e filosofo Umberto Galimberti, il musicista Samuele Bersani, lo scrittore e attore Alessandro Bergonzoni e la fotografa Silvia Camporesi.

«Siamo abituati a ragionare per settori, in un congresso di medicina dopo un medico ne parla un altro, dopo l’esibizione di un cantante ne segue un’altra ancora - prosegue Fabbri -. In questa occasione e in questo particolare contesto si passa da una cultura all’altra per prendersi cura del nostro corpo, in tutti i sensi. Pensiamo, per fare un solo esempio, a ciò che accade in territori fortunati come i nostri e a quello che quotidianamente portiamo alla bocca. Si tratta spesso di cibo a chilometro zero, dietro c’è cultura gastronomica e alimentare, agricoltura, etica. Cose che servono a vivere meglio, a prevenire disturbi. In tal senso la medicina va intesa anche in questo modo, come un gioco di scambio tra multidisciplinarietà».

Ma quindi cosa si intende oggi per cura? «Altro non è che un patrimonio ampio di educazione legato alla vita di ciascuno - conclude Fabbri -. C’è sempre la persona, con la sua complessità, i sentimenti, le aspirazioni, la cultura, al centro dell’indagine medica. Tutti questi aspetti ci aiutano, insieme, a prenderci cura del nostro corpo e allo stesso tempo a fare prevenzione».

L’appuntamento con “Me ne cibo” è al San Giacomo sabato a partire dalle 17. L’incontro si concluderà con una degustazione, organizzata da Fabio Fiore e Lisa Paganelli, con il contributo delle aziende di Romagna Distretto Biosimbiotico.

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