Forlì non molla: tutti al lavoro a San Benedetto
È stata una giornata di duro lavoro nel quartiere San Bendetto. Tutti con almeno una pala in mano per cercare di liberare le abitazioni, le attività e le strade da acqua e fango. In campo ci sono esercito, protezione civile, vigili del fuoco, la polizia locale, Croce rossa ma soprattutto tanti forlivesi che con l’esondazione del fiume Montone hanno perso tutto, o quasi. Certamente non è mancata la voglia di reagire. Nonostante l’acqua ancora non sia defluita del tutto armati di pale, badili e rastrelli si sono rimboccati le maniche e hanno cominciato a liberare le proprie case dal fango e rimettere ordine, almeno per quel che resta.
Luca ha l’aria stanca e affranta. Beve un po’ d’acqua, fa uno spuntino durante una pausa di pochi minuti prima di ricominciare a spalare. Guarda l’azienda in cui è impiegato divorata dal fango. «Lavoravo qui» e risponde al passato perchè ancora non sa di preciso quanti danni ha causato l'alluvione. La violenza del nubifragio che ha colpito Forlì ha scardinato le porte di diverse attività che insistono su via Gorizia. Ci sono un gommista, il bar, la farmacia, una clinica veterinaria, un’edicola, e anche una palestra. Tutte invase dall’acqua e dal fango che ora è da ripulire. I sacrifici di una vita spazzati via in una notte. Basta andare lì per rendersi conto di quanto sia accaduto. È indescrivibile: montagne di mobili accatastati, pezzi di vita, libri, scarpe di bambini che galleggiano ancora, macchine devastate. Tutti oggetti che, purtroppo, non si possono più recuperare.
È più che una fotografia la visita al quartiere San Benedetto. E’ un’istantanea, con sottofondo di sentimenti, paura e voci della gente che è stata colpita dall’alluvione e che per due notti, ancora nella giornata di ieri, a dir la verità, è stata senza luce, acqua calda e avrà dormito si e no una manciata di ore. «Finalmente oggi (ieri ndr) il livello dell’acqua si è abbassato – racconta Francesca, una residente di via Domokos –. Siamo passati alla pulizia, cerchiamo di mandare via il fango ma è dura, al piano terra è tutto da buttare».
«Nella giornata di martedì abbiamo allertato i soccorsi, ci siamo rifugiati tutti nell’appartamento al piano superiore – dice una famiglia residente in via Val Posina –. Purtroppo non è stato possibile evacuare, l’acqua presente nelle strade ha creato una sorta di vortice. Siamo riusciti ad uscire solamente questa mattina. E’ indescrivibile quello che abbiamo passato, di sotto è impressionante e non resta quasi niente».
In tanti si sono organizzati come hanno potuto per provare a sistemare. Chi ha noleggiato un bobcat per cercare di far defluire l’acqua dalla strada togliendo il fango, chi si è fatto aiutare da amici o conoscenti. Altri ancora hanno provato a farsi portare un generatore, almeno fino a che l'elettricità non sarà ripristinata. Il momento più difficile? «Il primo giorno, anzi la prima sera – spiega Mirko –. Quando eravamo impegnati a posizionare sacchi e sacchi di sabbia, ma non riuscivi a fermare la furia dell’acqua. In pochi minuti dentro casa c’era già un metro d’acqua».
L’appello
Loretta Poggi, coordinatrice del quartiere 9 Foro Boario San Benedetto lancia un appello per aiutare le famiglie in difficoltà a causa dell’alluvione.«Oggi migliaia di persone cominciano a ripulire le case. I ricordi di una vita sono persi ma anche le cose essenziali per una vita normale. Elettrodomestici, cucine, camere da letto. Faccio un appello a tutte le aziende del territorio affinché mettano a disposizione di chi non ha più niente i loro prodotti rinunciando ai normali profitti. Chiedo al comune di procedere con urgenza al censimento degli alluvionati per avere contezza dei fabbisogni».