Forlì, medici uniti sull'obbligo vaccinale

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Festività pasquali a cavallo tra spiragli di aperture e il nuovo decreto. Sono diverse le questioni che si pongono per gli esponenti del mondo della medicina, chiamati a indicare ai cittadini i comportamenti opportuni per evitare l’innescarsi di nuovi focolai, e a commentare il “cambio di marcia” impresso dal premier Draghi con l’introduzione dell’obbligo vaccinale per i sanitari, tra cui anche i farmacisti, a diretto contatto con i malati. Una questione, quella della prescrizione vaccinale, che mette tutti d’accordo. Sia per il presidente dell’Ordine dei medici Michele Gaudio che per il segretario della Fimmg di Forlì-Cesena Marco Ragazzini, l’obbligo «andava introdotto prima». Favorevoli entrambi anche alle ripercussioni sul piano lavorativo ed economico prospettate dal nuovo decreto per chi persevera nel rifiutare di sottoporsi all’iniezione che lo immunizzerebbe contro il Covid. Per Ragazzini, in particolare, «si deve evitare di fare in modo che per allontanare i “no vax” dai pazienti questi si trovino poi a lavorare di meno, alleggeriti dai propri incarichi, a discapito di chi invece rimane in reparto».


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