Forlì, il direttore dell'ospedale: "I contagi preccupano: terza dose fondamentale"

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«Se l’aumento dei casi mi preoccupa? Certo, sì che sono preoccupato, perché non abbiamo idea di quanto i casi cresceranno ancora nei prossimi giorni». Paolo Masperi, il direttore dell’ospedale Morgagni - Pierantoni di Forlì, individua nel completamento del ciclo vaccinale l’arma in grado di vincere una battaglia che si sta dimostrando forse più cruenta di quanto prospettato. «La terza dose è fondamentale», ribadisce il medico, chiamando a rapporto i numeri per dimostrare l’efficacia del vaccino nel prevenire forme gravi di malattia. «Non ci sono forlivesi in Rianimazione in questo momento, - racconta, spiegando che il reparto di Terapia intensiva dell’ospedale di Forlì è stato destinato ai pazienti non Covid, e che dunque al momento non accoglie alcun ricoverato positivo al Sars Cov - 2, - ma c’è un “nostro” paziente a Rimini». «In base a quanto visto fino a ora, nessun vaccinato è arrivato alla Rianimazione». Di ricoveri “ordinari” di forlivesi se ne contano oggi 41, «17 letti nel reparto di Malattie infettive e 16 in Pneumologia, che è stata riconvertita a Covid, e il resto al Nefetti di Santa Sofia». «Siamo pronti a creare posti in più se i ricoveri dovessero aumentare, abbiamo un “piano di riserva”» puntualizza però il direttore dell’ospedale, chiarendo subito che «grazie ai vaccini e al fatto che la stragrande maggioranza delle persone si è vaccinata, il tasso di ospedalizzazione in rapporto al numero delle infezioni registrate sul territorio quest’anno è molto più basso rispetto all’anno scorso».

I ricoverati

La popolazione ospedaliera, la cui età media si è «notoriamente» abbassata rispetto agli esordi della pandemia, è costituita «per una percentuale che oscilla tra il 55% e il 60% da persone non vaccinate, mentre le restanti sono vaccinate, ma da più di sette mesi, quindi individui che non hanno avuto accesso alla terza dose». Un dato, quello dei pazienti vaccinati e ricoverati che, sottolinea Masperi, deve essere letto alla luce della popolazione di riferimento. «I vaccinati sono più dell’80% della popolazione - spiega - mentre i non vaccinati tra il 10 e il 20%, e questo significa che l’incidenza di malattie gravi al punto di richiedere il ricovero è molto maggiore in chi non ha mai ricevuto alcuna dose di vaccino: nei reparti ospedalieri sono più della metà, pur essendo una fetta di popolazione molto più piccola di quella che si è immunizzata». «È matematico - puntualizza - senza vaccinazione, il rischio di complicazioni gravi è otto o nove volte maggiore». La frequenza dei ricoveri delle persone non vaccinate o vaccinate da oltre sette mesi rappresenta infatti, secondo Masperi, «la capacità protettiva del vaccino e l’importanza della terza dose». «Io sono profondamente convinto - dice - che il vaccino sia l’arma più potente per contrastare l’epidemia, e la terza dose è fondamentale: fin da settembre io ne auspicavo la somministrazione».

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