Forlì, la staffetta partigiana racconta la Liberazione

Il 9 novembre del 1944, quando la città di Forlì venne liberata dal regime nazifascista, Fernanda Missiroli, figlia dell’ex sindaco Icilio Missiroli, aveva 17 anni e stava tornando dalle campagne ravennati, luogo in cui era sfollata con la famiglia. Oggi a 94 anni quei giorni li racconta così: «Era una giornata bellissima sapevamo che gli alleati stavano arrivando. Con la mia bici stavo tornando a Forlì e volevo vedere la mia casa (prima di lasciare la città la famiglia Missiroli viveva in via I maggio) che una bomba aveva danneggiato in parte. Mi ritrovai nel bel mezzo delle truppe alleate».
All’alba del 9 novembre il primo ad entrare a Forlì è un battaglione scozzese. «Ad aprire il corteo erano degli scozzesi che suonavano la cornamusa – racconta la signora Fernanda -. Per la strada c’era già gente che applaudiva. I romagnoli, fino a quel momento abituati alle camicie nere, sono rimasti sbalorditi da questa armata multicolore e di diverse etnie. Alcuni si chiedevano “cumela che gli ha la sutena” (come mai hanno la gonna), altri rispondevano “gli è fatti icciè” (son fatti così). Per giorni discussero se sotto la gonna portavano le mutande. Civiltà diverse si erano incontrate ed erano venute a liberare noi che gli avevamo fatto la guerra. La gente quel giorno applaudiva con il cuore non ne poteva più della guerra, di anni di sacrifici e morti. Purtroppo, però, non finì tutto subito».