Forlì. La mamma di Sara Pedri: "Non interrompete le ricerche"

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«Niente è più come prima, Sara ci manca da morire, vorrei andare da lei, ma bisogna reagire come hanno fatto tanti dell’associazione Penelope, perché la sua scomparsa non sia vana». Mirella Santoni parla con la voce rotta della figlia Sara Pedri, scomparsa il 4 marzo di quest’anno; probabilmente si è tolta la vita, ma il suo corpo non è ancora stato ritrovato. Un caso che ha portato alla luce una situazione di soprusi sul luogo di lavoro, l’ospedale dove lavorava Sara in provincia di Trento, che avrebbero spinto la giovane ginecologa a togliersi la vita. «Il suo non è stato un fallimento, ma un successo sul male – ha detto la madre – chiedo di non interrompere le ricerche e di continuare a cercare la verità. Ringrazio le forze dell’ordine, l’associazione Penelope, l’Amministrazione comunale e tutti coloro che ci sono vicini e che pregano per noi e auguro a Sara di essere libera, leggera e luminosa». Parole pronunciate col cuore in frantumi da una madre che cerca di sopravvivere alla scomparsa della figlia e che vuole la verità. Parole pronunciate davanti a quella luce verde di speranza proiettata sulla sua casa nella Giornata nazionale per le persone scomparse. Insieme a lei la figlia Emanuela, l’avvocato Gentile Nicodemo dell’Associazione Penelope che aiuta le famiglie delle persone scomparse, i rappresentanti delle forze dell’ordine e delle associazioni di volontariato, il sindaco Gian Luca Zattini, l’assessora Rosaria Tassinari e tanti forlivesi che hanno voluto dimostrare la propria vicinanza alla famiglia di Sara. Era presente anche Marisa degli Angeli, la mamma di Cristina Golinucci la cesenate scomparsa il 1 settembre 1992, che ha spiegato lo stato d’animo di tante famiglie. «Quando scompare una figlia non riesci a fartene una ragione, l’importante però è mantenere la speranza. Le nostre figlie meritano giustizia, non è possibile non avere risposte».

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