Forlì. La Maddalena "mostrata" anche ai non vedenti e ai non udenti

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La bellezza della mostra sulla Maddalena, ai musei San Domenico, disponibile anche alle persone con disabilità visiva e con disabilità uditiva. Grazie ai percorsi realizzati dal centro “Diego Fabbri” la valorizzazione della cultura forlivese e l’inclusione sociale sono risultati tangibili. Per gli ipovedenti o non vedenti è stata realizzata una audioguida che consente alle persone con questa disabilità di godere di particolari che difficilmente potrebbero essere percepiti con l’utilizzo di una normale audioguida per la mostra. La guida audiodescritta è fruibile on line utilizzando il proprio smartphone. Iniziativa che sta riscuotendo grande successo: domenica scorsa un gruppo di una ventina di persone, proveniente da Rimini, ha potuto “ammirare” le 22 opere prese in esame, grazie anche a due guide specializzate. «Da diversi anni – spiega Paolo De Lorenzi, direttore del centro “Diego Fabbri” – portiamo avanti progetti di inclusione sociale, anche attraverso audiodescrizioni per non vedenti di spettacoli teatrali. Da quell’esperienza abbiamo allargato il campo anche alle visite museali, grazie anche all’accordo con la Fondazione Cassa dei Risparmi. Così abbiamo realizzato una audioguida speciale per far “vedere” una selezione di 22 opere, scelte con la Fondazione e il direttore della mostra Gianfranco Brunelli». Sempre il centro “Diego Fabbri” ha predisposto un percorso che consente anche alle persone con disabilità uditiva di visitare la mostra sulla Maddalena, con una guida in linguaggio Lis, fruibile attraverso una web app accessibile da un tablet che verrà consegnato all’inizio della visita. «C’è anche una versione scritta – aggiunge De Lorenzi – per potersi godere la visita. Sono iniziative sia per gruppi, ma anche per singole persone. Domenica era previsto un concerto-aperitivo al ridotto del “Fabbri”, la visita alla mostra, il pranzo. Un modo per formare gruppi con persone senza disabilità e abbattere le barriere. Chi viene è guidato da un accompagnatore che magari non sarebbe venuto alla mostra. Persone che vengono anche da fuori Forlì che permettono di incrementare anche il turismo. Finora le risposte che abbiamo avuto sono state molto positive, tutti sono molto contenti. Con il tempo siamo riusciti a perfezionare il progetto, anche grazie ai suggerimenti che ci sono forniti da ipovedenti e alla collaborazione con l’Università di Bologna e la sede di Interpreti e traduttori di Forlì. D’altra parte le descrizioni sono delle vere e proprie traduzioni delle opere».

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