Alluvione a Forlì. "In quelle migliaia di fotografie c'era la nostra storia"

«Non dimenticatevi di noi». È il disperato appello che ci arriva da Milena e Franco, marito e moglie, che con l’esondazione del fiume Montone di martedì sera hanno perso tanto. La furia dell’acqua, che ha colpito anche via Piave, in men che non si dica ha spazzato via non solo mobili, arredi ma anche la loro passione. «Mio marito è un fotografo, io l’ho seguito in questa sua passione – racconta la donna –. Anni e anni di fotografie andate perdute». La coppia, infatti, non potrà più avere a disposizione un ricco archivio fotografico. Centinaia e centinaia di scatti rimasti sotto l’acqua è il fango che ha invaso la loro casa. «Ce ne erano tantissime e di vario genere – prosegue Milena –. Nel tempo abbiamo fotografato svariati soggetti, modelle e paesaggi. Persone e soprattutto fotografie naturalistiche, avevamo un discreto archivio. Purtroppo, oggi, restano solo i ricordi e poco altro del lavoro fatto in tutti questi anni. Nella tragedia che ci ha colpiti, però, mio marito è riuscito a salvare, si spera, il computer». Non resta nulla della tavernetta di via Piave, ristrutturata nel 2007. «Avevamo creato una sorta di spazio per noi, uno studio per così dire, dove trascorrevamo gran parte del nostro tempo - dice Milena -. Stiamo bene fortunatamente, anche se siamo affaticati e il morale a terra». La notte di martedì sera, pur riuscendosi a mettersi in salvo al piano superiore, rimarrà impressa nei loro ricordi per sempre anche se non immortalata con le loro macchine fotografiche. «L’acqua è filtrata velocemente nella tavernetta – aggiunge la donna –. Ora fa impressione: mobili rovesciati, il nostro archivio fotografico andato perso e la televisione divelta e rotta. Ma quello che ci ha impressionato è che la parte più bassa della casa è letteralmente scoppiata. In men che non si dica il pavimento è gonfiato, si è staccato facendo rumori preoccupanti». Come tanti altri anche Milena e Franco stanno provando a fare ordine, anche se ancora l’acqua dall’abitazione non è defluita del tutto. «Siamo senza corrente, è anche difficile provare a fare qualcosa – conclude Milena –. In questo momento facciamo come possiamo e quel che riusciamo, anche perché non sappiamo quanto sia sicuro visto che il pavimento è scoppiato. Attendiamo che qualcuno ci dica che possiamo muoverci in sicurezza. In poco tempo abbiamo perso tanto, pensare che questa casa l’abbiamo sistemata nel 2007 dopo che io ho vissuto qui con i miei genitori da quando avevo 6 anni. Mai avrei pensato potesse accadere una cosa simile».