Forlì, impianti sportivi: accordo anti rincari

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Sono entrate in vigore ieri, per restarvi sino al 31 luglio dell’anno prossimo, le tariffe per l’utilizzo di palestre scolastiche e impianti sportivi sia gestiti direttamente da Comune e Provincia, sia dati in affidamento esterno. Un piano di costi per le società che utilizzano le strutture per corsi, allenamenti, partite ed eventi sportivi, che in parte cambia rispetto agli ultimi anni, ma che evita il temuto rincaro che, poi, si sarebbe ripercosso sui bilanci richiedendo un aumento degli oneri a carico di ragazze e ragazzi iscritti e, quindi, delle loro famiglie.

Confronto Comune-società

Questo era stato il nodo della discussione svoltasi tra associazioni sportive, Comune e gestori, al centro anche di una riunione della consulta comunale dello Sport del 19 luglio: da una parte le società sportive che chiedevano di mantenere le tariffe inalterate per il 2022-2023, dall’altra i concessionari degli impianti che, per compensare l’aumento dei costi anche a loro carico, avanzavano l’esigenza di incrementarle del 20%. In mezzo, a fare da “conciliatore”, il Comune che una decisione importante, per le strutture a sua gestione diretta, l’aveva già assunta: non aumentare le tariffe orarie e giornaliere. «Una posizione che abbiamo apprezzato tantissimo e che viene incontro alle nostre esigenze – afferma Matteo Bartolini, presidente di Gymnica 96 e, al contempo, della consulta comunale dello Sport -. Per quanto concerne gli impianti affidati a terzi, abbiamo trovato assieme una soluzione che può soddisfare tutti e che evita l’aumento dei costi d’iscrizione ai corsi da parte delle associazioni sportive».

Tariffe per i gestori esterni

Il compromesso sta nella forbice tra le tariffe d’utilizzo minime e massime applicabili. «Questi prezzi rimangono inalterati rispetto all’anno scorso, ma da una verifica effettuata dal Comune è risultato che praticamente tutti applicavano la soglia minima – spiega Bartolini –. Per questo si sono autorizzati i gestori esterni ad arrivare sino a quella massima, per poi valutare in corsa se basterà a compensare gli aumenti a loro carico. La tariffa massima, però, significa un +10% di costi per gli utilizzatori, meno quindi della richiesta iniziale e, per i club, è una soluzione accettabile».

(L'articolo completo sul Corriere Romagna oggi in edicola)

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