Forlì. Immordino: "Influenza aggressiva, rischio alto senza vaccino

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«Il rialzo dei contagi inizia a preoccupare. È del tutto evidente - dice con forte decisione Vincenzo Immordino, medico di medicina generale e segretario provinciale del sindacato Simet, Sindacato italiano dei medici del territorio, - che bisogna imprimere una nuova accelerata alla vaccinazione e continuare a somministrare le terze dosi». Il rischio più alto è che ai casi di Covid-19 si sommino le infezioni dell’influenza stagionale, «quest’anno molto aggressiva, anche per i bambini».

Dottor Immordino, influenza e Covid insieme potrebbero rappresentare un problema per il sistema sanitario?

«Certamente. In prima battuta, di diagnosi, perché inizialmente le due patologie sono indistinguibili e in secondo luogo per le cure ospedaliere, perché anche l’influenza può avere serie conseguenze, soprattutto su persone fragili, quindi anziani e con altre patologie, a cui infatti è fortemente consigliato di vaccinarsi. Poi ancora peggio se un malcapitato prende sia Covid che influenza: a quel punto la malattia può diventare molto seria».

Il fatto che a Forlì, nonostante ci sia il numero più alto di vaccinati in Romagna, nelle ultime settimane i contagi stanno correndo può significare che i vaccini non funzionano?

«Assolutamente no. A dimostrarlo sono i numeri: un anno fa in Italia è stato registrato il numero più alto di casi (40.902, il 13 novembre 2020, ndr) oggi nonostante viviamo al chiuso per via del freddo, e all’interno dei locali che a differenza dell’anno scorso sono aperti, i casi sono poche migliaia. E sempre i dati dimostrano che il Covid colpisce maggiormente i non vaccinati, sia per quanto riguarda le forme gravi di malattia, che per quanto riguarda le infezioni. Quello che non fa il vaccino è rendere immortale. Ma protegge quasi al 100% da morte e ricoveri».

Pensa che sia possibile convincere chi ancora non si è vaccinato a farlo?

«Ogni giorno che passa qualcuno si aggiunge. Questo avviene nel mio caso specifico. Alcuni perché costretti dal green pass, altri perché il ritorno dei contagi li ha spaventati. Io colgo ogni occasione per spingere i miei pazienti a vaccinarsi, è un’opera di convincimento che piano piano rende: cerco di vincere l'ignoranza nel senso vero del termine: la non conoscenza».

(Intervista completa sul Corriere Romagna in edicola)


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