Forlì, il vice sindaco: «Le baby gang? La tolleranza è terminata»

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È stato subito chiamato in Comune dal vicesindaco Daniele Mezzacapo per capire i motivi del suo gesto. Paolo Zattoni, il gestore del bar “Alcampo” all’interno del campo sportivo di San Martino in Strada che mercoledì ha annunciato l’intenzione di chiudere la sua attività perchè esasperato dal comportamento di una baby gang, è stato ricevuto alla presenza del vicecomandante della Polizia locale, Andrea Gualtieri. «Questa mattina – racconta Mezzacapo – ho incontrato il signor Paolo Zattoni, gestore del bar “Alcampo” del polisportivo di San Martino in Campo che ha denunciato gli atti vandalici, intimidatori e di bullismo da parte di una baby gang. Si tratta, purtroppo, di un fenomeno sociale che ha già manifestato la sua gravità anche in altre zone della città e che ci vede da tempo attenti a trovare soluzioni per tutelare la sicurezza dei cittadini, dei beni privati e pubblici. Il fenomeno delle baby gang non riguarda solo Forlì e solo un quartiere: proprio per questo ha necessità di risposte e soluzioni condivise da parte delle Istituzioni, delle forze dell’ordine, dei quartieri, delle famiglie e di tutti i cittadini. Alla base emergono una necessità di sicurezza fatta di controllo, di intervento per tutelare la legalità e anche di repressione dei crimini, ma anche di prevenzione e di educazione. La tolleranza è terminata. La questione è grave e verrà affrontata con efficacia e determinazione. Il signor Zattoni e tutte le vittime delle baby gang non sono soli». Una situazione di disagio che non era arrivata nelle stanze del Comune se non attraverso qualche comunicazione del gestore del campo sportivo e non dalla stesso gestore del bar, che ha dato disdetta della locazione. Ragazzini troppo “vivaci” e poco educati che infastidiscono i presenti all’area sportiva. Sono già annunciati nuovi controlli nell’area per impedire il ripetersi di simili situazioni. Anche il consigliere regionale della Lega, Massimiliano Pompignoli, rimarca la necessità di affrontare la questione bullismo. «Abbiamo depositato un progetto di legge perchè è opportuno affrontare il problema del bullismo e del cyberbullismo, fenomeni che purtroppo crescono. E la Regione non si preoccupa di questi fenomeni. Chiediamo lo stanziamento di risorse per progetti che abbiano lo scopo di formare gli insegnanti e i ragazzi e informarli di quello che è il tema bullismo e cyberbullismo. Tantissimi giovani hanno smartphone e cellulare e sono costantemente a rischio di essere bullizzati dal punto di vista di social. Speriamo che a inizio anno si arrivi in aula per approvare questo progetto di legge. Anche perchè c’è molta omertà, visto che chi è bullizzato teme di esserlo ancora di più, per cui l’informazione deve essere a 360 gradi sia per vittima sia per carnefice. Bisogna far sapere che chi commette questi gesti paga, anche dal punto di vista civile e quindi economico, ma anche far conoscere i danni che si provocano alle vittime, spesso soggetti fragili».

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