Forlì Fiera, extra profitti sul fotovoltaico «Bolletta da 63mila euro, non la paghiamo»

«La bolletta da 63mila euro legata agli extra-profitti da fotovoltaico che ci è arrivata la settimana scorsa è un fulmine a ciel sereno. Non so da dove prendere i soldi, quindi non pagherò». Valerio Roccalbegni, presidente della Fiera di Forlì, è netto: non c’è copertura economica per fare fronte all’inaspettata bolletta legata all’energia prodotta dall’impianto fotovoltaico e non sfruttata dai locali di via Punta di Ferro. «Non siamo un ente che guadagna sull’energia - sottolinea - ma grazie a quella prodotta dall’impianto installato circa 20 anni fa, riusciamo a pagare il mutuo acceso per costruirlo facendoci una patta». I 500 kw di energia prodotta dai pannelli non sono “accantonabili” per la mancanza di un accumulatore, così l’energia prodotta in surplus finisce per essere acquistata dal gestore. «I kw che produciamo attraverso l’impianto – spiega - possiamo utilizzarli solo per noi, non possiamo cederli a nessuno. Quelli in più, finiscono in rete attraverso il Gse (gestore dei servizi energetici, ndr). Se io avessi potuto darli, ad esempio, al palazzetto o al palazzo di vetro anche solo a 0,30 euro/kw, ci avremmo guadagnato noi e loro, avrei potuto pagare l’extra-profitto e noi assieme alle realtà adiacenti di via Punta di Ferro, saremmo stati autosufficienti energeticamente. Invece, devo darli al Gse ad un valore minimale, che si aggira attorno allo 0,10 euro/kw». I soldi generati, servono al centesimo per coprire i costi del mutuo. «Ci faccio una patta quando va bene – sottolinea Roccalbegni –. Quando sono arrivato alla Fiera, il fotovoltaico era in rimessa di 10-15mila euro l’anno. Adesso, grazie ad un nuovo contratto di manutenzione, abbiamo ottimizzato l’impianto riuscendo così a starci appena dentro». La quota consumata dalla Fiera è bassa se si considera che, a parte il consumo degli uffici, l’energia non riesce ad essere sfruttata nemmeno per gli eventi fieristici. «In inverno alle 16 è già buio - illustra - quindi siamo costretti ad utilizzare la rete elettrica non avendo modo di trattenere l’energia prodotta durante il giorno». Paradossalmente dunque, anche gli enti pubblici che hanno puntato sulle rinnovabili investendo in grandi impianti di energie alternative rischiano, ora, di dover pagare conti salati. La misura, pensata per tassare i colossi dell’energia potrebbe finire per colpire gli enti locali. «Visto che immagino che tutti i Comuni che hanno il fotovoltaico si troveranno in questa condizione – conclude Roccalbegni – aspetto per vedere se a Roma si recepisce che questo è un errore e ci si muova per rimettere a posto le cose. Se si farà un’azione collettiva parteciperò senz’altro. Qualcuno ci guadagna e noi ci prendiamo la beffa».

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui