Forlì. Erika Bravi, la polizia sicura di poterla ritrovare

I contatti diretti che il Comitato scientifico ricerca scomparsi ha creato con parenti e colleghi di lavoro di Erika Bravi a Marsiglia aiutano a definire la cornice della scomparsa della 45enne forlivese. E la collaborazione con la Gendarmeria a dare più sicurezza su come si stanno svolgendo le attività investigative sulla ricerca della donna che non dà notizie di sé dal 25 luglio scorso. Non è ancora stata esclusa nessuna pista sulla sparizione ma la polizia francese ha dato fiducia sul suo ritrovamento, come se Erika non si fosse allontanata tanto, fermo restando che si tratti appunto di allontanamento volontario. Di certo si sa che il suo passaporto è scaduto mentre è ancora valida la carta d’identità, così come è emerso che Erika non ha incassato l’ultimo stipendio da cuoca nel ristorante dove lavorava, e neanche la liquidazione per la quale si era fatta fare dei conteggi. Una conferma che arriva dallo stesso ex datore di lavoro contattato direttamente dal Comitato, presieduto dalla criminologa Maria Gaia Pensieri, che ha incontrato anche il collega alla quale Erika avrebbe risposto alle sue ripetute telefonate con un laconico messaggio: tutto bene, saluti. Era stato proprio il collega, con il quale la 45enne lavorava fianco a fianco, a dirsi sospettoso di quel messaggio, come se non fosse stata Erika a inviarlo, ma pare che nessun altro abbia dubbi a proposito. Il Comitato ricerca scomparsi è riuscito anche a contattare il figlio maggiorenne di Erika, rientrato a Marsiglia il 12 agosto dal Marocco dove ancora resta l’ex marito con il figlio piccolo: una vacanza programmata, alla quale Erika aveva dato il consenso, ma al cui termine prevedeva, proprio in questi giorni, che la donna con il figlio 18enne partisse per venire a Forlì a trovare i genitori. Il ragazzo è comunque tornato a Marsiglia come previsto per alcuni impegni, tra i quali prendere la patente, e si attende che il padre e il fratellino rientrino a fine mese. «Un bravo ragazzo – commenta Maria Gaia Pensieri – ovviamente preoccupato per la scomparsa della madre ma molto collaborativo con il Comitato» attivo sulle ricerche. Grande attenzione quindi ora sulla sparizione di Erika Bravi da parte della Gendarmeria, rispetto ai primi giorni quando sembrava che le indagini andassero a rilento, anche grazie all’attività svolta dal Comitato scientifico ricerca scomparsi sul posto. Purtroppo però non è ancora possibile dare l’unica notizia che interessa familiari e amici: la donna infatti non è ancora stata ritrovata anche se non risultano cadaveri che corrispondano alla sua descrizione negli obitori né nessuna paziente negli ospedali. ti diretti che il Comitato scientifico ricerca scomparsi ha creato con parenti e colleghi di lavoro di Erika Bravi a Marsiglia aiutano a definire la cornice della scomparsa della 45enne forlivese. E la collaborazione con la Gendarmeria a dare più sicurezza su come si stanno svolgendo le attività investigative sulla ricerca della donna che non dà notizie di sé dal 25 luglio scorso.

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