Forlì. Consumo del suolo, Legambiente non fa sconti

«L’assalto al cemento non è figlio di questa giunta, forse lo è stato di un’altra». È la stoccata del sindaco di Forlì, Gian Luca Zattini, nel commentare il report sul consumo del suolo presentato da Legambiente, dal quale emerge come quella di Forlì-Cesena sia la terzultima provincia della Regione dove, tra il 2020 e il 2021, il suolo vergine è stato trasformato in edificato per 50,69 ettari. «Si può fare meglio – commenta il presidente di Legambiente Forlì-Cesena, Francesco Occhipinti –. Forlì, come altre realtà, è indietro sotto questo aspetto. Da un lato premiamo la città mercuriale per i risultati ottenuti dalla raccolta differenziata, dall’altro c’è questa contrapposizione per ciò che riguarda il consumo di suolo. Non dimentichiamoci che più volte abbiamo messo in discussione quanto sta sorgendo in zona Pieve Acquedotto, nei pressi dell’autostrada. In questo caso si parla di 24mila mq di suolo edificabile». Insomma, seppur la provincia di Forlì-Cesena sia la terzultima nella classifica regionale (Ravenna è seconda con 113,95 ettari preceduta da Modena con 134,83 ettari, mentre Rimini fa ancora meglio con 2,88 ettari, ndr), il consumo di suolo non si è fermato: una banale conclusione conclusione a cui Legambiente giunge visto che continua a veder sorgere nuovi cantieri all’interno di aree fino a quel momento agricole. Secondo dati e informazioni raccolti da Legambiente, gli ambiziosi obiettivi della legge urbanistica regionale, che puntavano ad abbattere del 60% le previsioni di crescita del suolo urbanizzato rispetto alla tendenza calcolata al 2017, sono stati tutt’altro che raggiunti. Tra le principali cause il lasso temporale concesso ai Comuni per realizzare i piani urbanistici previgenti, che ha consentito di elaborare negli ultimi anni l’attuazione di nuovi interventi di urbanizzazione, e le ripetute proroghe dei termini di decadenza di tali piani (fino al 1° gennaio 2024). Unitamente a questi termini è stata anche prorogata la data entro la quale i Comuni si sarebbero dovuti dotare del Pug (Piano urbanistico generale). Da quanto emerge dai dati raccolti da Legambiente negli ultimi mesi il processo di adeguamento degli strumenti di pianificazione è tutt’altro che concluso: dei 330 comuni della regione Emilia-Romagna, a marzo 2023 erano solo 13 i Comuni dotati di Pug approvato. «Anche questo è il problema – prosegue Occhipinti –, Forlì non ha messo a terra il Pug per cui, purtroppo, si continua a dare spazio alla cementificazione e al consumo di suolo». Dal canto suo il sindaco Gian Luca Zattini coglie l’occasione per ricordare che «i cambiamenti climatici impongono un ripensamento del modo in cui oggi il suolo viene sfruttato e a Forlì quel ripensamento è in corso già da diversi anni». E’ questa la lettura che dà il primo cittadino della città mercuriale di fronte ai dati riportati nel report di Legambiente. «Dal 2019 ad oggi – conclude Zattini –, questa Amministrazione ha puntato sul recupero di aree dismesse, sul verde pubblico, sull’utilizzo di fonti rinnovabili, su importanti opere di de-sealing come i giardini San Domenico e sulla realizzazione di nuove aree verdi e parcheggi innovativi con materiali drenanti».

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