Forlì-Cesena, perso un decimo di imprese attive dal 2010 a oggi
Negli ultimi dieci anni il numero di imprese attive nella provincia di Forlì-Cesena è calato di oltre il 10%. E se si restringe l’analisi al periodo 2015-2020, l’impatto è stato comunque pesante: -4%. Se poi si analizza la situazione del solo settore dell’artigianato, l’emorragia è ancora più vistosa: rispetto al 2010 ha perso quasi il 15% di attività. Al 31 dicembre scorso, erano 36.341 le aziende del territorio, così ripartite nei principali settori economici: 21,8% commercio, 17,4% agricoltura, 15,3% costruzioni, 9,5% industria manifatturiera, 7,5% alloggio e ristorazione, 6,4% attività immobiliari, 4,9% servizi alle persone, 3,6% attività professionali e tecniche, 3,5% trasporti e 2,6% servizi alle imprese. Il quadro emerge da un monitoraggio della Camera di commercio, che sottolinea con preoccupazione che nel medio periodo, quello quinquennale, ben 7 settori sui 10 principali registrano un calo delle relative imprese; la variazione negativa più alta spetta ai trasporti (-12,9%) a cui seguono i cali nell’agricoltura (-8,5%), nel manifatturiero (-8,0%), nel commercio (-6,5%), nelle costruzioni (-4,1%), nell’immobiliare (-1,7%) e nei servizi alle persone (-0,6%). In aumento solo i servizi alle imprese (+14,1%) e le attività professionali e tecniche (+8,8%). Più o meno stabile il comparto alloggio e ristorazione (-0,1%). Il volto produttivo della zona di Forlì-Cesena sta cambiando profondamente. Rispetto al 2010, l’agricoltura ha perso addirittura 3 punti percentuali in termini incidenza sul totale delle imprese, passando dal 20,4% al 17,4%, e le costruzioni sono scese dal 16,6% al 15,3%. Hanno invece guadagnato un punto sia l’alloggio e ristorazione (dal 6,5% al 7,5%) sia i servizi alle imprese (dall’1,6% al 2,6%). La Camera di commercio fa inoltre rilevare come la diminuzione delle imprese attive sia imputabile alla flessione del numero delle imprese individuali (-6,4% sul 2015, -15,9% sul 2010) e società di persone (-10,0% sul 2015, -15,6% sul 2010), mentre aumentano le società di capitale sia nel medio periodo (+12,7%) sia nel lungo periodo (+19,1%). In calo anche le micro-imprese, quelle con meno di 10 addetti, che costituiscono il 93,5% del totale di quelle attive: -4,8% rispetto al 2015 e -11% rispetto al 2010. È cresciuta nel tempo la dimensione media delle imprese, passata dai 3,5 addetti per impresa del 2010 a 3,9 del 2015, fino ad arrivare a 4,1 nel 2020.
L’analisi delle imprese per comuni offre due spunti interessanti. Nove comuni sui 10 principali risultano in flessione nel medio periodo (l’unica eccezione è Gatteo, cresciuta dello 0,2%). In tutti quanti c’è stato invece un segno “meno” negli ultimi dieci anni. Quelli dove si concentrano più imprese sono, nell’ordine, Forlì (28,6%), Cesena (24,8%), Cesenatico (8,6%), Savignano (4,3%), San Mauro Pascoli (2,9%), Forlimpopoli (2,7%), Bertinoro (2,5%), Gambettola (2,4%), Gatteo (2,4%) e Meldola (2,4%). Per quel che riguarda la distribuzione per ambiti territoriali, spiccano naturalmente i grandi centri (Forlì e Cesena), con il 53,4%, ma “pesa” anche l’area del Basso Rubicone (Gambettola, Gatteo, Longiano, San Mauro Pascoli, Savignano), con il 14%. Sul terzo gradino di questo virtuale podio ci sono invece i comuni di Cintura (Bertinoro, Cesenatico, Forlimpopoli), con il 13,8%. Più indietro le altre zone, che hanno anche accusato i crolli maggiori nel numero di imprese attive: Valle del Bidente -6,5% rispetto al 2015 e -16,5% sul 2010; Valle del Rabbi -5,5% rispetto al 2015 e -16,% sul 2010; Valle del Savio -6,4% rispetto al 2015 e -15,1% sul 2010.