Forlì, Capanna di Betlemme: nuovo bando per la gestione

Il Comune pubblica l’avviso per la ricerca di un gestore per la Capanna di Betlemme, la struttura che dà accoglienza alle persone senza fissa dimora. In particolare, metterà sul piatto in tre anni 246mila euro. La Capanna di Betlemme è una vecchia scuola ristrutturata dal Comune di Forlì in località Borgo Sisa per raccogliere persone senza fissa dimora e chi vive in strada in situazione di bisogno. Offre accoglienza in un ambiente di tipo familiare, per una notte o anche per periodi più lunghi, e percorsi di reinserimento sociale. Dispone di 14 posti letto, di cui 10 utilizzati stabilmente, una cucina industriale, sala da pranzo e ricreativa, lavanderia e servizio guardaroba, 5 bagni (di cui uno attrezzato per l’handicap). Sono 7 in Italia le Capanne di Betlemme, le ha volute così don Oreste Benzi, il fondatore della Papa Giovanni XXIII. Proprio questa realtà si è occupata della gestione della struttura di Borgo Sisa fin dal 2012. La Capanna di Betlemme, in un anno, accoglie circa un centinaio di persone. Ieri, però, è scaduta la convenzione e il Comune di Forlì ha ritenuto opportuno pubblicare un nuovo avviso.

«Si è reso necessario, data la prossima scadenza del contratto, procedere con l’attivazione di una nuova procedura per l’affidamento della realizzazione del “Progetto di prossimità e di accoglienza per persone senza fissa dimora e a rischio di emarginazione sociale” presso la struttura comunale ubicata poco fuori Forlì - si legge nella recente delibera di giunta -. Il procedimento partirà nel corso del 2023, per tanto fino alla conclusione dell’iter verrà concessa una proroga alla Papa Giovanni XXIII di quattro mesi». Il Comune, individuata una realtà del terzo settore, si impegna di assegnare in comodato l’immobile di propria proprietà, di stabilire la durata della convenzione della durata di 3 anni e di riconoscere al soggetto che sarà individuato il rimborso delle spese effettivamente sostenute e documentate connesse alle attività oggetto della convenzione per un importo massimo annuo di 82mila euro e per un totale complessivo di 246mila euro nell’ambito della durata triennale della convenzione. Non solo, nella delibera di giunta si fa riferimento al fatto che il servizio di prossimità e di accoglienza per persone senza fissa dimora e a rischio di emarginazione sociale deve essere articolato secondo alcune aree di intervento ben precise. «Deve rispondere ai bisogni primari di persone senza fissa dimora, deve essere effettuato un monitoraggio del territorio comunale tramite unità di strada anche in orari notturni, bisogna promuovere l’inclusione sociale delle persone senza fissa dimora, fornire un centro educativo occupazionale diurno, intraprendere azioni specifiche correlate al piano freddo e creare un osservatorio del fenomeno delle persone ad alto rischio di esclusione sociale. Inoltre sono previste altre forme di sostegno come la distribuzione di generi alimentari di prima necessità, l’integrazione con il contesto ed iniziative di sensibilizzazione, il coordinamento delle attività con il servizio sociale territoriale ed altre realtà del privato sociale attive nell’ambito del contrasto alla povertà e la creazione dello sportello sociale diffuso».

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