Forlì. Ancora tanti disagi nel quartiere San Benedetto

Diversi negozi chiusi, macerie ai bordi delle strade, il servizio di trasporto pubblico che dopo l’alluvione non passa più in via Isonzo, il cantiere sulla ferrovia fermo dal 12 agosto e l’impossibilità per disabili e mamme col passeggino di attraversare la ferrovia con il sottopasso perché l’ascensore è ancora guasto e pieno di fango secco. I residenti di via Pelacano e strade limitrofe, nel quartiere San Benedetto, continuano ad essere alle prese con diversi disagi.
Una serie di problemi evidenziati dalla coordinatrice del quartiere, Loretta Poggi, preoccupata per la situazione. Basta fare un giro in via Pelacano per avvertire un senso di desolazione e in certi punti di abbandono. «Qui vivono diversi anziani e alcuni hanno abbandonato le case dopo l’alluvione – spiega Poggi – perché non hanno le risorse per sistemarle o perché hanno paura di restare dopo quello che è successo. In via Pelacano il forno ha chiuso, la sanitaria non si sa se e quando riaprirà e ha chiuso il negozio di frutta e verdura. In questi giorni ha chiuso anche il Brico in via Veneto, la palestra in via Isonzo non ha riaperto e mancano diversi servizi essenziali. La farmacia più vicina è di là dalla ferrovia. Dalla parte di via Gorizia le attività economiche hanno riaperto, tranne la storica ferramenta e anche questo è un problema perché non abbiamo più nessuna ferramenta. Poi, considerato che anziani, disabili e mamme con i bambini in passeggino utilizzavano l’ascensore del sottopasso per andare di là dove ci sono più servizi, ora sono in evidente difficoltà». Un disabile per andare da via Pelacano oltre la ferrovia tramite il sottopasso prima percorreva circa 400 metri, adesso senza ascensore disponibile dovrebbe fare circa un chilometro e mezzo. Dopo l’alluvione è anche più complicato arrivare in centro per chi utilizzava il trasporto pubblico in quanto l’autobus non può più percorrere via Isonzo a causa della chiusura di un’area privata che prima concedeva il passaggio. «A tutto questo si aggiungono altri fattori – prosegue Loretta Poggi – come il fango nei marciapiedi non ripulito, appena piove diventano scivolosi e pericolosi, la necessità di un passaggio più frequente per la pulizia delle macerie che ancora compaiono e alcune zone in stato di abbandono che ci preoccupano. Ad esempio in via Thiene è presente una pozza di acqua putrida, dove hanno trovato due aironi morti, che attira numerosi insetti».
Disagi e problemi anche per le abitazioni lungo la ferrovia. «Il cantiere per sistemare il fosso e le recinzioni abbattute dall’acqua durante l’alluvione è fermo dal 12 agosto – continua Poggi – non c’è più il fosso di scolo, se piove forte l’acqua che arriva dalla ferrovia allaga cortili e abitazioni. Preoccupa questo stato di abbandono – conclude – una volta il nostro quartiere faceva parte del centro storico, ora rischia l’abbandono. Mancano anche i luoghi di aggregazione, il parco della pace è ancora inagibile. I lavori finanziati dal Pnrr sono partiti ma ci vorrà tempo».