Forlì, allarme maltrattamenti

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Violenza di genere e pandemia: come e quanto il lockdown ha determinato, anche nel nostro territorio, l’aumento di casi di maltrattamento tra le mura domestiche. A fare il punto sull’incidenza che il confinamento forzato di questi mesi, a causa dell’emergenza sanitaria, ha avuto sulla crescita dei reati e sulla difficoltà delle vittime a denunciare e a rivolgersi ai servizi di supporto è il questore, Lucio Aprile. «In questo anno e mezzo abbiamo constatato un aumento fisiologico di reati intrafamiliari e fra conviventi, come effetto del lockdown che ha inevitabilmente acuito situazioni di disagio preesistenti. È bene sottolineare che il dato numerico riferito ai casi segnalati, non restituisce la fotografia esatta di questa maggiore incidenza, perché il pronto intervento delle forze dell’ordine, a seguito della segnalazione da parte della vittima o dei vicini, ha in molti casi scongiurato il degenerare delle situazioni ed è stato risolutivo». A supportare e favorire l’attività delle forze dell’ordine è stato poi il legislatore che, con la legge n.69 del 2019, denominata “Codice rosso”, ha introdotto uno strumento che modifica la disciplina penale e processuale della violenza domestica e di genere, corredandola di inasprimenti di sanzione. «È una legge importante – dichiara Aprile – che, in caso di maltrattamenti, consente di accorciare i tempi degli interventi e dell’attività investigativa, e che permette di raccogliere elementi e dichiarazioni quanto più veritiere da parte della vittima con immediata segnalazione all’autorità giudiziaria». Un reato sul quale si è concentrata in modo stringente l’attività delle forze dell’ordine in questi mesi, è quello collegato ai casi di stalking, con molestie e minacce per lo più ai danni di ex conviventi, ma non solo.

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