Forlì. Alcol o droga al volante, prove di guida insicura

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Fino a giovedì, per molti di loro, l’impegno delle prime due prove scritte della Maturità, ieri un altro “esame” da superare. Tra divertimento, tanta curiosità, ma anche la consapevolezza che, quanto appreso dal corso di “guida insicura” svoltosi nel grande parcheggio retrostante la Fiera di Forlì sia da tenere bene a mente ogni giorno della propria vita.

Decine di ragazzi che stanno studiando per conseguire la patente di guida, hanno sperimentato proprio questo: cosa vuol dire, all’atto pratico, mettersi al volante in condizioni psicofisiche alterate dall’assunzione di alcolici o sostanze stupefacenti. Tutto simulato, ovviamente, ma la percezione era proprio quella: guidare sotto l’effetto di sostanze. Un’iniziativa che ieri ha avuto il suo semaforo verde e che si ripeterà a cadenza mensile per tutto l’anno facendo così entrare nel vivo “Forlì previene”, il progetto di sensibilizzazione sui pericoli, i danni, le conseguenze di comportamenti scorretti sulla strada che vede il Comune fare da regista a una serie di attori tutti coinvolti con la stessa finalità e con una serie di progetti tesi a parlare diretto e chiaro con i giovani: il Sert dell’Azienda sanitaria locale, Forlì Mobilità integrata, la Polizia locale, le autoscuole.

Dieci quelle coinvolte e 5 (Il Sorpasso di Meldola e le forlivesi Nuova Abc, Berti, Astoria e Fabbri) presenti ieri mattina coi ragazzi che stanno istruendo alle prove pratiche “guidate” dagli agenti del Comando di via Punta di ferro.

E’ un percorso formativo nel quale ognuno gioca un ruolo per rendere consapevoli i ragazzi di cosa significa guidare dopo avere assunto alcolici o droghe» spiega il vicesindaco Daniele Mezzacapo mentre osserva i giovani ascoltare le istruzioni date loro dagli agenti prima di indossare speciali occhiali e mettersi alla guida. «Spieghiamo loro cosa fare e soprattutto non fare, quali sono i danni per la salute, le sanzioni in cui possono incorrere, distribuiamo materiale informativo accurato e alcoltest monouso e, poi, facciamo fare due prove su un circuito con curve, strettoie, stop improvvisi – afferma il vice comandante Andrea Gualtieri -. Una volta in condizioni normali, una seconda indossando occhiali speciali che danno due diverse sensazioni, più o meno forti, di alterazione dei sensi. Come dopo avere bevuto troppo. Alla fine del percorso, facciamo il test alcolemico».

Usciti dalla vettura, i giovani capiscono i reali pericoli della situazione. Lo dice Giacomo Raggi che il 2 luglio terrà l’esame di guida per la patente. «Quella maschera sembra un grandangolo con colori e senso della profondità totalmente distorti: è complicatissimo avere certezza delle distanze, le percezioni sono sfalsate, hai proprio una sensazione di stordimento e nelle strettoie e nelle curve ammetto che sia difficile guidare bene». Questo è quanto accade assumendo sostanze e i giovani hanno altri ragazzi che glielo spiegano. Anzi, ragazze, quelle dell’unità di strada del Sert e del progetto “Uds Infopusher”. «Siamo qui con uno stand informativo, ma con questa sigla, sui social e tutti i fine settimana, fisicamente nei luoghi del divertimento notturno, siamo presenti per parlare coi nostri pari età – spiega Camilla Ricci –. Assieme alla Fondazione Villaggio del fanciullo andiamo agli eventi, nei pub, fuori dai locali e dai concerti, a Forlì e nel territorio e non cerchiamo noi i ragazzi, sono loro che vengono a parlarci. Diamo loro opuscoli, etilometri, condom e spieghiamo come sia giusto avere sempre comportamenti responsabili». La reazione dei giovani? «Sempre disponibili e molto attenti».

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