Forlì. Ai Romiti nasce un Comitato delle vittime dell'alluvione

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"Un confronto serio con le  istituzioni, affinché siano stimolate a realizzare un progetto credibile di  ricostruzione e messa in sicurezza del territorio, per fare in modo che ciò  che è successo non possa più succedere, senza dimenticare le diverse  attività artigianali, commerciali, agricole e professionali che sono  presenti nel quartiere Romiti e che oggi sono ancora sospese o interrotte,  con conseguenze anche occupazionali". E' quanto chiede il neo costituito Comitato   delle vittime dell’alluvione in collaborazione  con il Comitato di Quartiere dei Romiti che sottolinea come "l’evento peraltro previsto dai bollettini meteo è stato ampiamente sottovalutato dalle istituzioni e da chi  con congruo anticipo avrebbe dovuto avvisarci con contezza del pericolo incombente.  Non possiamo certo dire che il messaggio di salire ai piani alti del sindaco 60 minuti prima dalla rottura  dell’argine sia stato puntuale e sufficiente. Non sono bastati neppure gli scarsissimi sacchi di sabbia  distribuiti alla rinfusa alla popolazione poche ore prima a fermare la forza dell’acqua. All’indomani della  tragedia però non ci hanno rassicurato neppure i soccorsi, lenti e scoordinati di Comune, Protezione  Civile ed Esercito. Molte famiglie sono state soccorse anche dopo 48 ore all’evento e ben pochi mezzi e  persone in divisa abbiamo visto venire nelle nostre case quando dopo 3-4 giorni l’acqua ha cominciato a  lasciare sul terreno il fango e la distruzione. Solo il lavoro commovente dei volontari e del quartiere ci  hanno aiutato a capire che non eravamo soli". Ecco perchè il Comitato si prefigge di essere  "un luogo di confronto democratico, di partecipazione, di elaborazione proposte ed idee, per stimolare  soluzioni e mantenere un occhio vigile sulle decisioni delle varie istituzioni. L’ambito privilegiato di  intervento del Comitato saranno ovviamente gli aspetti tecnici/ingegneristici, sociali ed economici legati  alla gestione del rischio idrogeologico del territorio ed alla resilienza della popolazione/imprese locali".

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