Estrazioni gas Ravenna, "no" di Arpae nelle aree a forte subsidenza

Arpae chiede al ministero di abbassare il limite di subsidenza dopo il quale scatta il divieto di qualsiasi attività mineraria. Il rapporto ambientale del Piano per la transazione sostenibile delle aree idonee (Pitesai) fissa tale limite ad un abbassamento di 25 millimetri l’anno. Scrive Arpae nelle sue osservazioni che «tenendo conto delle conoscenze derivanti dal monitoraggio della subsidenza svolto in Emilia-Romagna, si ritiene, in particolare per la fascia costiera, di ridurre la soglia fissata a 25 millimetri annui per i “Vincoli relativi di esclusione” a valori prossimi a 10 millimetri all’anno». La stessa agenzia regionale evidenzia come la situazione della subsidenza ha subito nel tempo, fino all’ultimo rilievo del 2016, una progressiva attenuazione. Tuttavia, per Arpae «permangono alcune zone critiche in areali ristretti anche nella fascia costiera, in particolare nella zona che va da Lido Adriano fino alla bocca del torrente Bevano, dove si raggiungono velocità massime di oltre 15 millimetri l’anno». Con questi dati, se ne deduce che in quella zona andrebbe esclusa ogni attività estrattiva. Secondo quanto si legge nel Pitesai, infatti, di tali vincoli comporterebbero «l’esclusione delle attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi nelle aree interessate». Anche il Comune di Ravenna, nelle sue osservazioni (piuttosto scarne) sottolinea che «il tasso di subsidenza superiore a 25 millimentri annui pare troppo elevato e poco significativo».

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