Emporio: la Veronica che asciugò il volto di Gesù

Nei Vangeli non ci sono riferimenti alla storia di Veronica, la donna che asciuga il volto di Gesù durante la salita al Calvario con un panno di lino sul quale miracolosamente resta impressa l’immagine del volto stesso del Nazzareno. Solo dalla fine del XIV secolo, con l’avvento della devozione francescana per la “Via Crucis”, l’episodio della Veronica viene celebrato nella VI Stazione. Nello stesso periodo iniziano le tantissime raffigurazioni artistiche dell’aneddoto che continuano tutt’ora.

Elio Morri (Rimini 1913- 1992) è lo scultore riminese di grande talento, schivo e perfezionista, autore tra il 1948 e il 1954 dei grandi pannelli ceramici policromi che compongono la “Via Crucis” del Santuario delle Grazie di Rimini, una delle più antiche del mondo. Per la VI Stazione realizza una composizione ascendente caratterizzata dal bel movimento delle figure e dalla espressività adorante della Veronica. I due uomini che sostengono la croce per favorire il gesto pietoso della donna offrono un momento di tregua nella tragedia che sta avvenendo.

È lo stesso gesto pietoso dell’uomo che regge la croce nella formella turchese che Angelo Biancini (Castel Bolognese 1911-1988) crea nel biennio 1951-52 per la “Via Crucis” della chiesa di Sant’Aldebrando a Fossombrone. Una attività minore con risultati splendidi di uno dei più autorevoli maestri della scultura italiana del secolo scorso con una produttività straordinaria. La sua notorietà è legata principalmente alle opere monumentali realizzate in Italia quali il Monumento ai caduti di Castel Bolognese nel 1962 e di Alfonsine nel 1972, il ciclo per l’Ospedale Maggiore di Milano, le Nozze di Cana per la chiesa dell’Autostrada del Sole di Firenze nel 1965, i tre portali per la chiesa del Sacro Cuore di Firenze nel 1965, la scultura per il Palazzo della Fao di Roma nel 1970 e le altrettanto numerose all’estero: le sculture sul Monte Carmelo a Chicago del 1959, i decori per la basilica di Nazareth, il monumento a Dante a Madrid del 1967 e altre opere a Miami, Algeri e Buenos Aires.

Il suo allievo Carlo Zauli (Faenza 1926-2002) presenta un percorso artistico altrettanto prestigioso con una maggiore partecipazione alla ricerca ceramica informale. Al 2° Convegno internazionale di estetica sperimentale organizzato da Gerardo Filiberto Dasi a Verucchio, riceve la medaglia d’oro per la sua interpretazione moderna della tradizione della ceramica. Il colore bianco, arricchito dalle sfumature fornite dal gres, un materiale quasi vetrificato ottenuto dalla cottura ad alte temperature, diventerà il “bianco Zauli” famoso in tutto il mondo. La piccola formella ravennate, con l’immagine che richiama Arturo Martini e Carlo Carrà, sembra anticipare proprio la sua produzione cromatica tipica.

Diversamente, nella terracotta policroma di Guerrino Bardeggia (Gabicce 1937-2004) pittore, scultore e ottimo ceramista, per la “Via Crucis” della chiesa di Santa Maria Immacolata a Gabicce Mare, dove l’espressionismo primitivo e drammatico che caratterizza buona parte delle sue opere, descrive con tenerezza e partecipazione quell’atto di carità.

Ilario Fioravanti (Cesena 1922 – Savignano sul Rubicone 2012), artista polivalente, grande appassionato di storie del Vecchio e del Nuovo Testamento, si rifà all’iconografia pittorica antica, da Hans Memling a Jacopo Pontormo, a Guido Reni fino a Mattia Preti.

Senza dimenticare Francesco Zaganelli da Cotignola autore della “Veronica” nel Museo della Città di Rimini, ritraendo la donna, fortemente ispirata, mentre mostra il lino con l’immagine impressa del “sacro volto”.

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui