Emanuele Trevi a "Il tempo ritrovato" di ScrittuRa festival"

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Sarò il Premio Strega Emanuele Trevi ad aprire oggi il Il tempo ritrovato la rassegna autunnale di ScrittuRa Festival curata da Matteo Cavezzali alla biblioteca Classense di Ravenna con i principali autori di narrativa.

«Il ritorno dell’iniziativa segna anche quest’anno l’autunno ravennate con una serie di appuntamenti a cui la città è ormai affezionata – afferma l’assessore alla Cultura Fabio Sbraglia–. Da anni infatti questa rassegna offre l’opportunità di accogliere e incontrare negli straordinari spazi della biblioteca Classense scrittori e intellettuali importanti e di spicco nel panorama letterario e culturale nazionale».

Soddisfatto Matteo Cavezzali, curatore della rassegna: «Inizia l’undicesimo anno di incontri del Tempo ritrovato, che dà continuità durante l’anno a ScrittuRa festival. Siamo contenti che la Classense abbia consolidato questa collaborazione che porta ogni anno in città i migliori narratori del panorama nazionale. Siamo inoltre felici di iniziare con Trevi che oltre ad essere un autore premiato col Premio Strega è un amico e un raffinato intellettuale da cui c’è sempre da imparare». La rassegna prenderà dunque il via oggi alle 17.30 con Emanuele Trevi, vincitore del Premio Strega 2021 con Due vite (Neri Pozza). Ha tradotto e curato edizioni di classici italiani e francesi: si ricordano testi dedicati a Leopardi, Salgari, Mellville, Philip K. Dick e molti altri. Collabora con Rai-3 Radio. In questi giorni è uscito il suo attesissimo nuovo romanzo La casa del mago (Ponte alle Grazie) in cui racconta la storia del suo rapporto col padre. Nel memorabile incipit di questo libro, la madre di Emanuele Trevi, allora bambino, riferendosi al padre pronuncia più volte un’istruzione enigmatica: «Lo sai com’è fatto». Per non perderlo (ad esempio fra le calli di Venezia, in una passeggiata dell’infanzia) occorre comprendere e accettare la legge della sua distrazione, della sua distanza.

Il padre, Mario Trevi, celebre e riservatissimo psicoanalista junghiano, per Emanuele è il mago, un guaritore di anime. Alla sua morte lascia un appartamento-studio che nessuno vuole acquistare, un antro ancora abitato da Psiche, dai vapori invisibili delle vite storte che per decenni ha lenito, raddrizzato. Il figlio decide di farne casa propria, di trasferirsi nella sua aura inquieta e feconda, e così prova a sciogliere (o ad approfondire?) l’enigma del padre. Muovendosi nel suo mutevole territorio – fra autobiografia, riflessione sul senso dei rapporti e dell’esistenza, storia culturale del Novecento – Trevi ci offre il suo romanzo più personale, più commovente, più ironico (e perfino umoristico): una discesa negli inferi e nella psicosi, una scala che avvicina i vivi e i morti, i savi e i pazzi. Perché ogni vita nasconde una luce, se la si sa stanare; e i gesti e le parole più semplici rimandano alla trama sottile dell’essere, se li si sa ascoltare, se si sa lasciarli accadere. La rassegna è organizzata grazie al contributo dell’Assessorato alla Cultura e di Apt Servizi Emilia-Romagna.

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