Elio omaggia Jannacci al Verucchio music festival

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«Jannacci arrenditi, sei circondato, vieni fuori!». Così Elio apre lo spettacolo su Jannacci (drammaturgia e regia di questa operazione teatrale sono di Giorgio Gallione) che sta portando in tour e che stasera fa tappa al Verucchio music festival, penultima serata dell’edizione 2022.

Li unisce la città d’origine ma più di tutto l’eccentricità, l’anticonformismo e l’umorismo surreale espressione della loro genialità artistica. Parliamo di Enzo Jannacci e di Elio (Stefano Belisari all’anagrafe) che nel suo nuovo spettacolo Ci vuole orecchio canta e recita¸ «se non mi sbaglio per la prima volta senza le Storie Tese» – dice lui, in un’accorata rivisitazione, le canzoni e i testi di Jannacci. Salirà sul palco di piazza Battaglini, sagrato della chiesa Collegiata, alle ore 21.30 (ingresso 20.30) e sarà accompagnato da una band di cinque musicisti.

«Sono cresciuto a pane e Jannacci» dichiara, e gioca sul binomio del parlato folle e delle canzoni “a latere” reinterpretando e rivisitando la figura del «poetastro», come si definiva il medico cantautore, e lo fa alla sua maniera scanzonata, un po’ circense e molto teatrale. Perché lui è da sempre maestro della sovversione del senso comune, espressione di un mondo alla rovescia in cui troneggia una ludica aggressione alla noia e ai linguaggi standardizzati e insieme non teme di creare disagio e generare dubbi.

Come ha affermato, Ci vuole orecchio non è un omaggio ma la ricostruzione del mondo nonsense, comico e struggente di un autore che ha attraversato diverse epoche e nel tempo ha mutato registri attraverso «testi comici, surreali e altri drammatici capaci di spezzare il cuore, tutti ingredienti che mi piacciono».

Così tra musica, parlato, risate e drammi, in un caleidoscopico spettacolo, esempio di ottimo teatro canzone, si avvicenderanno “La luna è una lampadina”, “L’Armando”, “El purtava i scarp del tennis”, “Parlare con i limoni” e tanti altri successi, riarrangiati da Paolo Silvestri, di un artista che ha saputo leggere e interpretare la vita e le sue imperfezioni, gli uomini, il suo tempo, il nostro Paese.

Elio, performer eccentrico e filosofo dell’assurdo, affronta questo repertorio di racconti, immagini, suoni, per mettere in evidenza l’eredità di un padre putativo della canzone d’autore che mai si è vergognata delle gioie della lingua, del pensiero e dello sberleffo libertario, considerando la comicità, anche in musica, un potente strumento dello spirito di negazione, del pensiero divergente che distrugge il vecchio e prepara al nuovo.

Info: 0541 670222

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