Elezioni, l'appello del vescovo di Forlì: "Bisogna andare a votare"

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«Se qualcuno è tentato di non farlo perché non sa cosa e chi scegliere, rifletta ancora, ma a votare bisogna andare». A Forlì, a pochi giorni dalle elezioni politiche del 25 settembre, in cui circa 51 milioni di italiani saranno chiamati alle urne per il rinnovo della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica, si alza perentorio l’invito a recarsi al voto del vescovo Livio Corazza.

Per il suo appello, il pastore d’anime di Forlì - Bertinoro si avvale delle pagine del periodico diocesano “Il Momento”. «Condivido in pieno – esordisce - l’intervento del Comitato scientifico organizzatore delle Settimane sociali della Conferenza Episcopale italiana, pubblicato su Avvenire il 29 luglio scorso. Ho letto e condiviso anche i testi dell’Azione Cattolica, di Comunione e Liberazione, delle Acli. Nei prossimi giorni (domenica alle 20.30, nel teatro parrocchiale di Vecchiazzano, ndr) promosso da alcune nostre associazioni e movimenti, si terrà un confronto pubblico con alcuni candidati alle elezioni politiche, durante il quale verranno loro sottoposte domande che ci stanno particolarmente a cuore». Corazza esprime alcune considerazioni per motivare il suo appello: «Un cristiano, che milita in un partito politico, si sente un po’ straniero. Ci sono cose che condivide, altre meno, altre quasi niente. E questo capita in tutti i partiti, nessuno escluso. Come, d’altra parte, in ogni partito ci sono idee e programmi che condivide». In ogni partito ci sono semi di bene, che vanno coltivati nella speranza che portino frutti per questo tempo, per il futuro e per i più poveri in particolare. «Quando un cristiano va a votare non difende solo legittimamente i propri interessi, ma cerca di avere uno sguardo diverso, lo stesso sguardo di Gesù che si metteva dalla parte dei più deboli e poveri. Uno sguardo che riflette sulle conseguenze di alcune scelte di oggi per le future generazioni. Votare per chi non vota. Per chi ancora non c’è. Votare pensando a difendere e custodire il creato, dono di Dio che corre il rischio di essere rovinato per sempre. Votare pensando alla pace, che non può essere frutto dell’ingiustizia, della disuguaglianza, dell’arroganza, del rifiuto dei più poveri». Detto questo, «Andiamo a votare. Con responsabilità. Votando con la testa e non con la pancia. Sapendo che il voto è un punto di arrivo e di partenza per un impegno serio e sereno della vita sociale e cristiana. Ma andiamo a votare, tutti, impegnandoci, a seguire con maggiore responsabilità il nostro Paese. Che è frutto anche del nostro impegno o del nostro disimpegno».

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