Edilizia, l’Unione europea punta sulla “Renovation Wave”

A renovation wave for Europe. L’obiettivo è quello della neutralità climatica dell’Unione Europea. Un traguardo ambizioso che passa anche attraverso l’aumento di efficienza degli edifici, responsabili di circa il 40% del consumo energetico e del 36% delle emissioni di gas serra. Uno dei sei pilastri del Green Deal europeo si concentra proprio su questo punto, con “renovation wave”, partita con la comunicazione dell’ottobre 2020. Una misura che punta a raddoppiare i tassi di riqualificazione edilizia nei prossimi 10 anni e sta dettando il passo alle misure nazionali. Una politica che l’Italia, con il superbonus - che, pur con le sue debolezze, tanto sta facendo per ridisegnare il volto delle nostre città - ha deciso di sposare e anzi di anticipare.
Oggi circa il 75% del parco immobiliare dell’Ue è inefficiente sotto il profilo energetico. Uno spreco che va limitato migliorando gli edifici e cercando soluzioni efficienti per le nuove abitazioni. Ogni paese dell’Ue sta presentando la propria strategia per il periodo 2021-2030. La renovation wave, infatti, è una strategia sviluppata a livello europeo, che però richiede a ciascun paese membro di studiare, presentare e attuare un piano a lungo termine per la riqualificazione e l’efficientamento energetico dell’edilizia. Interventi che stanno producendo anche un impatto a livello fiscale in un settore in cui i committenti generalmente sono privati cittadini che non hanno incentivi a richiedere la certificazione delle spese e incrementare il gettito dovuto all’incremento degli investimenti.
Dal punto di vista ambientale, il green deal europeo e la renovation wave rappresentano una occasione irripetibile per una edilizia in cui vento, sole e recupero dei rifiuti siano sempre più centrali. Gli interventi di ristrutturazione implicano un intervento sull’involucro edilizio, ma anche sugli impianti, che devono essere a loro volta rinnovati. Nel fare ciò, con la renovation wave si pone anche l’obiettivo di incrementare la decarbonizzazione dei sistemi di climatizzazione, favorendo l’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili come l’energia solare per il funzionamento degli impianti. Un imperativo che negli ultimi mesi ha trovato maggiore forza e sostegno anche dal piano RepowerEu che prevede l’installazione di pannelli fotovoltaici su tutti gli edifici con superfici superiori a 250 mq. Un obbligo di copertura solare per gli edifici commerciali e pubblici a partire dal 2025, per tutti gli edifici residenziali dal 2030. Questa misura è stata pensata dalla Commissione europea per velocizzare la fine della dipendenza energetica dalla Russia e dai carburanti fossili puntando anche sul risparmio energetico e sull’accelerazione verso il passaggio alle fonti alternative. In questo modo, si dovrebbe riuscire ad ampliare la quota di energia elettrica prodotta da rinnovabili portandola dal 40 al 45% entro il 2030. Un salto di qualità, all’insegna della capacità innovativa e del dinamismo, che ridisegnerà la bolletta energetica del Vecchio Continente e riscriverà le regole con cui competere nel settore dell’ecoedilizia.