Ecco come sarà la Forlì del 2050: il confronto sul Pug

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È la rivoluzione della programmazione territoriale delle città emiliano-romagnole e il cammino di due anni che dovrà portare entro l’1 gennaio 2024 all’approvazione da parte del consiglio comunale del Piano urbanistico generale è iniziato lunedì sera dal primo confronto tra Amministrazione, tecnici e i neonati comitati di quartiere dell’area Nord. Ne seguiranno altri, con tutti i quartieri, ma l’obiettivo e le strategie alle fondamenta del “Pug” sono chiare e tutte racchiuse nello slogan “2050: la nostra Forlì”.

Valorizzare il territorio

«Nostra non nel senso di parte, di un piano esclusivo della giunta, ma di una città che tutti assieme pensiamo dovrà essere tra 30 anni – spiega l’assessore all’Urbanistica, Daniele Mezzacapo –. Per questo vogliamo che ogni quartiere segnali le proprie grandi necessità, la propria idea di futuro». Quella alla base delle linee guida dettate dalla legge regionale 24 del 2018 e che il Comune dovrà cucire su se stesso nel documento unico di programmazione porta a dipingere una città «che si sviluppi valorizzando e non più consumando territorio, rigenerando il proprio patrimonio urbano specialmente in centro storico, ampliando e tutelando il suo verde e le sue aree agricole, qualificando il patrimonio culturale di cui è ricca e, sopra a tutto che torni a crescere, anche demograficamente».

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