“Dottore, scriva bene, è la gamba destra, non la sinistra”. I dialoghi in pronto soccorso erano più o meno questi. Perché chi richiedeva l’indennizzo simulando falsi incidenti (stradali o domestici) sapeva di poter contare su un medico compiacente, pronto a compilare certificati falsi da inviare alle compagnie assicurative. Di certificazioni ne erano state fatte a decine, tra il 2014 e il 2017, tanto da mettere in piedi una frode assicurativa da circa mezzo milione di euro. Una maxi truffa sgominata con l’indagine “Rischio zero” del nucleo investigativo dei carabinieri di Rimini, della Guardia di Finanza e delle sezioni di polizia giudiziaria della procura, coordinata dall’allora pubblico ministero Marino Cerioni. Ieri mattina nell’aula collegiale del tribunale di Rimini è entrato nel vivo il dibattimento che vede comparire a processo un totale di 28 persone, a cui partecipano anche 14 parti civili, tra compagnie di assicurazioni e l’Ausl Romagna, tutte ammesse dal giudice.
Tre arresti
Le ricerche delle forze dell’ordine giunsero al culmine nel 2019, quando venne notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari ai tre attori principali della truffa: l’ex broker assicurativo Ivan Casadei, il medico ortopedico del pronto soccorso dell’ospedale di Rimini Alberto Poce Tucci, e Salvatore Pascarella, nato ad Aversa (Caserta), reduce da una condanna a 12 anni per tentato omicidio, riportata nella partecipazione in un agguato a colpi di pistola in viale Ceccarini a Riccione. I tre, difesi rispettivamente dagli avvocati Piero Venturi, Alberto Alessi e Giuliano Renzi, erano stati assegnati agli arresti domiciliari, su disposizione del giudice per le indagini preliminari, Vinicio Cantarini. Oltre a loro, nelle maglie della giustizia finirono decine di altre persone, la maggior parte residenti in provincia di Rimini, ma alcuni anche nei comuni del Cesenate, Borghi e Longiano. Nel 2019 il giudice aveva anche disposto il sequestro per equivalente di 413mila euro. I coinvolti sono accusati a vario titolo di falso in atto pubblico, frode assicurativa e corruzione.
Il meccanismo
Nel computer dell’ex broker gli investigatori hanno trovato la chiave per interpretare il progetto. Casadei reclutava, a volte con l’aiuto di Pascarella, persone con difficoltà economiche pronte a stipulare più polizze personali per infortunio (per moltiplicare i futuri rimborsi), poi dopo circa sei mesi proponeva la simulazione degli infortuni. Infortuni domestici, come una caduta in casa dalla sedia o dalle scale, o da uno sgabello sul posto di lavoroNel computer dell’ex broker gli investigatori hanno trovato la chiave per interpretare il “progetto”: Casadei reclutava, a volte con l’aiuto di Pascarella, persone con difficoltà economiche pronte a stipulare più polizze personali per infortunio (per moltiplicare i futuri rimborsi), poi dopo circa sei mesi proponeva la simulazione degli infortuni. Infortuni domestici, come una caduta in casa dalla sedia o dalle scale, o da uno sgabello sul posto di lavoro, o l’investimento di un pedone, senza mai che fosse richiesto l’intervento dei mezzi di soccorso. E ovviamente gli accesso al Pronto soccorso avvenivano quando era in servizio Poce Tucci. Infortuni il più delle volte mai avvenuti, caratterizzati dalla presenza di testimoni amici di famiglia (in un caso la moglie aveva investito il marito) o da lussazioni “autoridotte”. Casadei scriveva anche il copione con le battute da recitare per rendere credibile il racconto degli infortunati. Quindi, una volta ottenuto il risarcimento spassava all’incasso dai suoi clienti: all’ex broker andava la fetta del 30%. In tutto, secondo i calcoli di carabinieri e guardia di finanza, si è messo in tasca circa 50mila euro, mentre certificato dopo certificato il medico avrebbe messo insieme 9mila euro, più curiose regalìe come formaggi e sigarette. Salvatore Pascarella, grazie alla moltiplicazione delle polizze, avrebbe portato a casa invece quasi 70mila euro. Il processo proseguirà il 24 gennaio, quando in aula sfileranno i primi testimoni, a partire da quelli di polizia giudiziaria, con la possibile trascrizione delle intercettazioni telefoniche.