Dopo Lourdes, "Le vie dell'amicizia" oggi a Loreto

Dopo aver esordito pochi giorni fa di fronte alle tremila persone accorse nella grande esplanade del Santuario di Notre Dame di Lourdes, la 26ª edizione delle Vie dell’amicizia approda questa sera in un altro dei santuari mariani simbolo della cristianità, quello di Loreto. È ai piedi della chiesa che fin dall’XIII secolo custodisce le mura della Santa casa della Vergine che risuoneranno le musiche scelte da Riccardo Muti, ancora una volta protagonista di questo originale progetto nato nel ’97 dalla “chiamata” di aiuto proveniente da una Sarajevo dilaniata dalle bombe. Oggi, la guerra è tornata a colpire nel cuore di un’Europa già provata, con il mondo intero, dalla pandemia e da una crisi climatica senza precedenti. Per questo, per Cristina Muti, vera anima e motore dei ponti di fratellanza che si sono succeduti in tutti questi anni, è il momento di «tornare all’umiltà di un gesto semplice e antico come la preghiera». Allora, Ravenna si fa tramite per legare in un’unica preghiera, appunto, Lourdes e Loreto. Dove la multiculturalità prenderà di nuovo forma attraverso le voci che si intersecano in un programma che “contamina” il repertorio sacro classico (dopo tutto tra le memorie musicali di Loreto c’è la visita del giovane Mozart, nel 1770, in viaggio in Italia con il padre Leopold) con quello legato alla devozione popolare e soprattutto alla storia che si svolge sotto i nostri occhi. Così, nel concerto che Rai Uno trasmetterà sabato 6 agosto, all’Orchestra Cherubini, e ai cori Cherubini e Cremona Antiqua (preparati da Antonio Greco), si unirà il Coro del Teatro dell’Opera Nazionale d’Ucraina, riparato a Ravenna da diverse settimane durante le quali si è esibito più e più volte. A tutti loro Muti affida la preziosa partitura del Magnificat di Vivaldi, nelle parti solistiche interpretato dal soprano Arianna Vendittelli e dal contralto Margherita Maria Sala; eppoi due dei Pezzi Sacri di Verdi: Stabat Mater e Te Deum. Ma dal coro ucraino si leverà anche un canto devozionale della tradizione ortodossa, mentre le voci di una madre con la figlia invocheranno nel canto salvezza e alcuni musicisti accompagneranno una coreografia della direttrice del corpo di ballo di Kiev, Olena Filipieva. Ma a richiamare la regione pirenaica di Lourdes, ci sarà anche l’Ave Maria basca del cantore Benat Achiary e, ancora, solista nel Concerto per corno K412 di Mozart il cornista Felix Klieser, miracolo di volontà, che nato senza braccia ha conquistato il successo. Infine, un coro di bambini, Vocincanto, si unirà all’insieme per l’Ave Verum di Mozart.
Angelo Priviteraper l’omaggioa Franco Battiato
A quarant’anni dalla pubblicazione dell’album che lo ha consacrato, “La voce del padrone”, e a un anno dalla scomparsa, Ravenna festival rende omaggio a Franco Battiato con “Over and over again”, questa sera alle 21. 30 all’arena Stadio dei pini, ultimo “Trebbo in musica” del 2022.Sul palco, Angelo Privitera, al fianco di Battiato per 36 anni, e il Nuovo quartetto italiano (Alessandro Simoncini e Luigi Mazza ai violini, Demetrio Comuzzi alla viola, Marco Ferri al violoncello), che più volte ha collaborato col cantautore siciliano.
«Sono riuscito a condividere l’idea di questo progetto anche con Franco – rivela Angelo Privitera –. Quando è scomparso, però, mi sono sentito svuotato e non volevo fare più nulla. Sono stati soprattutto i suoi familiari a convincermi che invece questo tributo fosse la cosa giusta da fare. C’è tanto del mio rapporto con lui che è giusto condividere col pubblico. Riporteremo in scena gli arrangiamenti che usavamo insieme, le stesse sonorità e gli stessi musicisti. Il vero spirito che anima il concerto è “raccontare” Battiato: la sua ironia, la profondità, le sue tante sfaccettature... insomma, la bellezza di Franco come persona».
L’intero adattamento de “La voce del padrone” è stato realizzato da Fabio Cinti, che lo ha pubblicato nel 2018 vincendo il premio Tenco, e presta la propria voce al progetto: «Il mio intento non era tanto quello di “coverizzarlo” ma di “scavarci dentro”, capire cos’avesse scatenato le emozioni di milioni di italiani. Lo affronto come si affrontano i classici, come Martha Argerich farebbe con Ravel: in modo rigoroso. Solo un suo pari può pensare di personalizzare Battiato. Il timbro vocale mi aiuta, certo, ma cantare le sue canzoni è difficilissimo».
Elisa Bianchini