Nuovo thriller di Montecchi sostenuto dalla Film Commission Emilia-Romagna

La chiamata per il casting è partita a fine giugno. Si cercano una donna tra i 60 e 70 anni, una ragazza tra i 18 e i 25 e un uomo, calvo, tra i 55 e i 60 anni di età. Mentre per il ruolo da protagonista, quello di una 25enne affetta da gravi insicurezze, è già stata scelta l’attrice Lilly Englert, biondina trentatreenne, nata a Londra, cresciuta nella Lunigiana, studi a New York e una carriera già avviata nel cinema, alla tv e a teatro. Tra i ruoli di maggiore rilievo la parte nella commedia romantica The wilde wedding (Matrimonio con l’ex il titolo con cui è uscito in Italia) dove ha recitato a fianco di attori come John Malkovich, Glenn Close e Patrick Stewart. L’avventura produttiva del nuovo lungometraggio del regista riminese Davide Montecchi è partita. Sarà un noir, come è nelle sue corde fin da ragazzo («Ho decine di sceneggiature nei cassetti» racconta). Sarà il primo film con un budget importante (intorno ai 250mila euro), la cui realizzazione è resa possibile soprattutto grazie al supporto dell’Emilia-Romagna Film Commission che ha selezionato il progetto attraverso l’ultimo bando per le produzioni audiovisive regionali. Quello di Davide Montecchi è l’unico lungometraggio in lista tra i progetti regionali ammessi al finanziamento. Le riprese, che inizieranno in autunno, avranno luogo prevalentemente a Rimini ma anche a Tresigallo, Santa Sofia, Comacchio. Titolo e trama forniscono senza equivoci le coordinate: Al progredire della notte, prodotto dalla Meclimone Produzioni Cinematografiche (creatura dello stesso Montecchi insieme all’infaticabile Elisa Giardini, compagna anche di vita), ruota intorno al personaggio di Claudia, una ragazza con gravi insicurezze, che affitta il piano superiore di una casa isolata. Lì conosce Letizia, la proprietaria, un’affascinante donna dal passato oscuro. L’incontro tra le due donne si trasformerà in un serrato confronto che farà emergere i tanti segreti della vita di Letizia. «L’ho pensato come un film in stile Carnage o La morte e la fanciulla di Roman Polanski – spiega il regista –. Claudia, la protagonista, vuole fare l’attrice ma il suo desiderio viene frustrato da una figura materna che non vediamo mai ma ne percepiamo la presenza attraverso telefonate. La sua è una presenza castrante, manipolatrice, che fa nascere in Claudia sensi di colpa, la rende estremamente insicura, mettendo un freno alle sue ambizioni». Un thriller psicologico il cui paradigma estetico sarà quello delle atmosfere inquietanti e misteriose. «È un genere di cui nutro una passione personale e mi viene spontaneo farlo» spiega Montecchi, già autore nel 2018 di In a lonely place, ambientato tutto in un luogo isolato, un albergo, nello stile appunto del gotico. «È uno degli interessi che avevo fin da bambino» continua. Ad accendergli il “fuoco sacro”, ovviamente, un maestro del genere come Dario Argento conosciuto tra l’altro di persona in occasione della realizzazione del biopic Dario Argento panico, il documentario dedicato al grande regista romano, diretto da Simone Scafidi e prodotto da Paguro Film con la Meclimone. La notizia è ufficiale solo da ieri: il doc, sostenuto dall’Emilia-Romagna Film Commission, è stato scelto per partecipare all’80ª edizione della Mostra cinematografica di Venezia nella sezione “Venezia classici. Documentari sul cinema”. Al progredire della notte sarà girato in italiano e doppiato in inglese. Obiettivo, puntare a un pubblico anche internazionale. «Ciò che mi ha colpito di più del mio personaggio – racconta l’attrice Lilly Englert – è stato il fatto che si tratta di una persona tanto vulnerabile che si ritrova ad avere a che fare con una persona estremamente distruttiva nei suoi confronti. È un film in cui credo molto e con Davide è nata subito una bella intesa». L’incontro è avvenuto in Sicilia, sul set del film Sicilian holiday diretto da Michela Scolari di cui Lilly Engert è la protagonista e che vede anche la partecipazione di Claudia Gerini. La scelta per l’ambientazione esterna di luoghi come Tresigallo, la “città metafisica” che si trova tra Ferrara e le valli di Comacchio, non è casuale. «Mi interessava l’ambientazione della bassa Pianura Padana con le sue atmosfere un po’ depresse, gotiche, come in un film di Pupi Avati». Fondamentali saranno poi sia gli esterni che gli interni della casa dove sarà girata la gran parte del film. «La stiamo cercando a Rimini» rivela il regista che di recente è stato anche tra i docenti del corso di educazione audiovisiva all’Itts Belluzzi-Da Vinci di Rimini, coordinato dalla professoressa Sabrina Venturi, che si è concluso con la realizzazione di un cortometraggio, dal titolo Bolle, che ha coinvolto diciotto tra studenti e studentesse, tra cui anche due ragazzi autistici.

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