Dimesso dopo l'infarto: muore. Salma riesumata per l'autopsia

Muore a quarantacinque anni tre giorni dopo essere stato dimesso dall’ospedale di Rimini. L’uomo, un ristoratore della provincia di Rimini, aveva superato un primo infarto e avrebbe dovuto presentarsi alla visita di controllo quasi due mesi dopo. Per i medici, che una settimana prima lo avevano sottoposto alle terapie del caso (coronografia e angioplastica), il peggio era passato e non c’era un imminente pericolo di vita. A distanza di tre mesi dal decesso, che risale all’inizio dell’anno, la procura di Rimini ha disposto la riesumazione della salma per effettuare un’autopsia che chiarisca le cause della morte dell’uomo e le eventuali responsabilità dei sanitari che ebbero in cura il paziente. A sollecitare l’inchiesta conoscitiva, che per il momento non vede iscritti nel registro degli indagati, è stato un esposto dei familiari della vittima. L’ipotesi è omicidio colposo. La vedova e il figlio, rappresentati dall’avvocato Stefano Caroli, si sono rivolti a un medico legale (l’anatomopatologo Pier Paolo Balli) per una consulenza. Lo specialista ha esaminato la documentazione medica e ha concluso che la storia clinica del ristoratore non è di per sé sufficiente per spiegare cosa gli sia accaduto a così breve distanza dalle dimissioni dall’ospedale. Serve una più approfondita indagine diagnostica. Di qui la richiesta dell’autopsia e la necessità di riesumare il corpo dell’uomo. L’esame è previsto per il 9 aprile prossimo. Il pm Davide Ercolani ha nominato come proprio consulente l’anatomopatologo Guido Pelletti.