Difese un fornaio e pagò con la vita il suo gesto di altruismo. Era il 2001. Si chiamava Samba Diouf. Ora il Comune ha deciso di avviare l’iter per dedicare al giovane senegalese un luogo pubblico: una via, un giardino, una piazza. Si vedrà. L’importante è che il suo eroismo venga ricordato per sempre. L’avvio dell’iter è annunciato dall’assessore alla toponomastica Francesco Bragagni.
La tragedia
Risale al 2001 l’omicidio di Samba Diouf: fu ucciso con tredici coltellate sferrate da un giovane di origine napoletana cresciuto a Rimini dopo una discussione nata per una banale questione di precedenza. Il senegalese, che proprio quella sera aveva compiuto trenta anni e si rifocillava con un panino dopo un turno di notte come facchino, aveva preso le difese del fornaio sbeffeggiato dagli scherzi pesanti del gruppetto di attaccabrighe. Il giovane improvvisamente afferrò due coltellacci e colpì all’impazzata Diouf che cercò di contenere l’aggressività del napoletano, capitolando solo dopo un’accidentale caduta all’indietro su una bilancia. L’omicida fu condannato a 16 anni.
L’eroismo
L’assessore Bragagni ieri ha dichiarato. «Inseriremo nell’elenco delle prossime intitolazioni di spazi pubblici la figura di Samba Diouf. In tanti ricordano la sua vicenda: venne assassinato il 27 giugno 2001 per avere difeso un fornaio da un’aggressione». Un fatto che destò molto scalpore. «Probabilmente l’evento più drammatico della storia dell’immigrazione della nostra città, e allo stesso tempo fu un momento che segnò una riconciliazione tra la comunità locale e la comunità senegalese. Al suo eroismo e simbolicamente all’integrazione, alla solidarietà e all’altruismo tra persone - ha concluso l’assessore - è tempo si passi dal ricordo a un atto concreto. L’intitolazione di un luogo pubblico in città primo tra questi».