Dati Unioncamere: economia e demografia, luci e ombre per l'Imolese
Rilancio delle imprese e un’economia in espansione da un lato. Una popolazione più anziana e in parte più povera, con le donne più indietro degli uomini sul lavoro, dall’altro. È il quadro del Circondario imolese che emerge dai dati estrapolati dalla piattaforma Pablo, che ieri il vicesegretario di Unioncamere Emilia-Romagna Guido Caselli ha presentato a Imola alla presenza del sindaco e dell’assessore allo Sviluppo economico di Imola, Marco Panieri e Pierangelo Raffini, e del sindaco di Castel San Pietro Terme delegato allo Sviluppo economico del Circondario Fausto Tinti.
Dati per pianificare
Un report «strategico, una bussola che orienti lo sguardo e un percorso comune – ha affermato Panieri, sottolineando in particolare la crescita e gli investimenti –. Nonostante il periodo l’economia del Circondario è cresciuta. Due dei quattro hub metropolitani sono sul nostro territorio, a Imola e Castel San Pietro. Vogliamo essere un punto di riferimento e di attrazione per i prossimi insediamenti».Per questo serviranno «maggiori infrastrutture e una programmazione che tenga conto della ripartizione tra le aree di maggiore sviluppo e i comuni più fragili – ha commentato Tinti –. In questa fase di pianificazione urbanistica il report è utile e ci consegna delle sfide. La popolazione è anziana dove si vive bene, bisognerà tenerne conto, così come dobbiamo agire sul gap cronico che c’è tra le figure richieste sul territorio e l’offerta formativa».
Il report di Unioncamere, disponibile sul sito del Comune di Imola, approfondisce i settori tematici della popolazione, delle imprese, della formazione e del lavoro.
Crescita
«Abbiamo abbondantemente recuperato i livelli pre-pandemia – ha esordito Caselli –. La variazione del valore aggiunto, cioè del Pil comunale, del Circondario è cresciuta dell’1,1% rispetto al 2019 e del 3,3% rispetto al 2021. È probabile si arrivi al 4%, con valori oltre il 5% per Castel Del Rio e Castel San Pietro mentre è più in difficoltà Fontanelice».II territorio, che conta su imprese più «robuste e competitive» della media nazionale, «negli ultimi dieci anni ha visto una crescita soprattutto dei settori manifatturiero, che fa da padrone, meccanico, della gomma-plastica, del sociale, del terziario e del wellness, mentre sono in difficoltà le costruzioni, la moda e l’agricoltura». Pesano anche i rincari: «Nel terzo trimestre del 2022 le imprese manifatturiere bolognesi hanno speso il 39% in più dell’analogo trimestre 2021 per l’energia e il 39% fino a oltre il 50%. Nel commercio l’aumento è stato del 34%».