Danza, l'"Astor" di Longo al Bonci di Cesena

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Si apre il cartellone di danza al teatro Bonci di Cesena. Il richiamo è tutto per “Astor. Un secolo di danza” coreografia per otto danzatori e un musicista, Mario Stefano Pietrodarchi a bandoneon e fisarmonica; la produzione è del Balletto di Roma su coreografia di Valerio Longo, per vent’anni danzatore in Aterballetto. Lo spettacolo va in scena venerdì 12 novembre alle 21 e omaggia il centenario del compositore argentino Astor Piazzolla (1921-1992), innovatore della musica da tango che dalla milonga portò nei teatri. Dopo il debutto estivo, lo spettacolo apre a Cesena il tour invernale del Balletto di Roma, e un nuovo corso per Valerio Longo (1976), tre anni fa applaudito al Bonci da danzatore. Lo spettacolo è realizzato da una squadra importante che comprende Luca Salvadori per gli arrangiamenti di Piazzolla e le musiche originali, l’argentino Carlos Branca alla regia, i costumi di Silvia Califano, le luci di Carlo Cerri.

Longo, da danzatore a coreografo residente, a vicedirettore del Balletto di Roma e formatore di giovani danzatori...

«Il merito va anche a coloro che mi hanno permesso di scoprire le potenzialità. Devo molti grazie, prima di tutto a Mauro Bigonzetti con cui ho danzato in Aterballetto dal 2004, per primo mi ha spinto alla coreografia, e pure a Cristina Bozzolini. Devo ringraziare Francesco Giambrone del teatro Massimo di Palermo che mi ha fatto sperimentare una compagnia di 40 ballerini, fino alla più recente chiamata di Luciano Carratoni al Balletto di Roma. Nel mezzo anche esperienze diverse in Germania, e pure con Gianni Bella e Mogol».

Una coreografia “celebrativa” segna il suo esordio nel Balletto romano.

«“Astor” è la prima produzione post covid della compagnia; le difficoltà del distanziamento avevano spinto a formazioni di soli e duetti; io ho voluto rischiare 8 danzatori, o meglio 9, con il musicista in scena. Per me ha significato testimoniare quanto la danza sia necessaria e in grado di unire, con un ensemble più compatto di lavoro a cui trasmettere le mie caratteristiche coreografiche».

A cosa si è ispirato per questa creazione?

«Sicuramente all’Ottetto di Piazzolla (“L’Ottetto Buenos Aires” di tango contemporaneo ndr); l’ensemble dei danzatori è sempre in scena con momenti di insieme, e poi in soli, passi a due, terzetti. Valorizzo ogni tipo di sinergia, donna e uomo, uomo con uomo, donna con donna, per dare luce a più caratteristiche espressive. I danzatori fanno riferimento a Pietrodarchi come fosse l’orizzonte a cui guardare; la presenza del musicista sul palco provoca atmosfere diverse. Poiché il bandoneon si suona da seduti, ho richiesto anche l’uso della fisarmonica per avere più dinamicità sulla scena. La regia di Carlos Branca ci aiuta ad approfondire sfaccettature intime del personaggio Astor, dal rapporto con le donne a quello col padre».

La musica di Piazzolla così riconoscibile è nel cuore di tanti; si può definire perciò un balletto ruffiano?

«Non direi, semmai rischioso; Piazzolla diceva di non voler fare musica per i ballerini di tango. La sua ribellione nasceva dall’idea di voler fondere più sostanze, pensiero in cui mi ritrovo. Astor amava la musica classica, adorava Bach, ma sperimentava tante dinamiche musicali. Io pure adoro la danza classica, la tecnica, ma la unisco a elementi più contemporanei. Perciò, al di là del tango, “Astor” mi ha fatto pensare agli immigrati; Piazzolla era figlio di italiani migranti; altrettanto nella mia famiglia, di origine calabrese, in tanti si sono trasferiti oltreoceano chi a Brooklyn, chi a Buenos Aires. “Astor” inoltre mi lega a “Canto per Orfeo” ultima creazione di Bigonzetti per me in Aterballetto, in cui tenevo in mano una fisarmonica. Strumento che anche mia madre, ex danzatrice e pianista, ha suonato; è dunque un cordone ombelicale che ho ritrovato nel Balletto di Roma. Il viaggio di “Astor” contiene tanti valori, il mare, il respiro dei polmoni quale apertura e chiusura del corpo, il tocco e l’abbraccio mancato al tempo del covid».

Fra gli otto ballerini c’è pure Serena Marchese, 21 enne siciliana che ha prelevato dalla scuola di “Amici 20”.

«Serena sta dando il meglio di sé mettendosi in discussione; ho offerto un’opportunità a una ragazza che ci crede, dopo essermi confrontato con Alessandra Celentano (maestra di Amici). Il mio compito è anche quello di offrire una continuità lavorativa concreta a chi ha talento e crede davvero nel lavoro della danza».

Danzano Paolo Barbonaglia, Cecilia Borghese, Roberta De Simone, Alessio Di Traglia, Serena Marchese, Francesco Moro, Lorenzo Petri, Giulia Strambini. Il 29 dicembre “Astor” sarà al teatro Stignani di Imola. Info: 0547 355959

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