Dalle diete dannose ai vaccini, il comitato di bioetica di San Marino: "Basta fake news"

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«Dai vaccini al cibo, “no” alle fake news: minacciano il diritto alla salute». Il comitato sammarinese di bioetica si scaglia contro le false notizie che girano sul web e passa all’attacco dopo la conferenza stampa organizzata giovedì scorso presso l’Ospedale di Stato. Un’occasione per lanciare un appello di prudenza agli influencer e illustrare il documento “La Bioetica nella trasformazione della comunicazione: la conoscenza come difesa dalle fake news”. Un argomento delicato perché coinvolge «la parte più emozionale di ciascuno» e un target costituito da persone fragili «in quanto colpite da una patologia» e quindi disposte a scendere a compromessi con l’attendibilità delle informazioni. La questione, rimarcano dal comitato, non è solo scientifica ma incrocia il piano etico facendo leva «sull’illusione di trovare soluzione a ogni desiderio e sull’incapacità di accettare la finitudine della vita». Il peggio è che fonti inquinate impediscono al cittadino «di elaborare un’opinione valida su argomenti complessi». Per il comitato c’è un impatto diretto delle fake sul diritto alla salute: dall’allarme sociale all’infodemia nata con il Covid, cioè l’abbondanza di informazioni che rende difficile distinguere le fonti affidabili.

I dati

Secondo il 15° rapporto Censis sulla comunicazione, risalente al 2017, in Italia il ricorso alla rete per informarsi sulla salute si attesta sul 28,4% di fake nel 2016. Il comitato accende i fari sulle bufale che in pandemia interessavano il 51% dei post associati ai vaccini, tant’è che il ministero della Salute ha allestito siti, per contrastare il fenomeno.

Diete fai da te

Continui allarmismi, continua il gruppo, investono anche l’alimentazione. Le evidenze scientifiche indicano che non esistono «cibi miracolosi, né da condannare», perché «il pericolo di ogni prodotto dipende dalla dose», eppure serpeggia il nutrition fake: un bombardamento di false informazioni, per salvaguardare «un fantomatico “diritto alla guarigione” piuttosto che alla salute».

Le soluzioni

Il comitato di bioetica corre ai ripari, invitando a collaborare. L’invito è ad una “risposta reattiva” che affronti le falsità in modo rapido e con un linguaggio semplice e chiaro. Serve un tono non giudicante, oltre all’alfabetizzazione informatica per districarsi nella giungla di internet. Ciliegina sulla torta l’appello ai personaggi pubblici, i cosiddetti influencer, perché procedano con cautela nel mare magnum del web, «specie in caso di scarsa conoscenza degli argomenti trattati, tanto più se di ordine scientifico».

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