Si chiama SoloIndie la nuova etichetta discografica creata da Giordano Sangiorgi del Meeting delle etichette indipendenti di Faenza e dal produttore e dj riminese Max Monti. «Giordano e io ci conosciamo e collaboriamo da 25 anni – spiega Monti –. Il Mei è punto di riferimento italiano per le tante etichette indipendenti esistenti, ma oggigiorno l’artista è lui stesso un’etichetta, e molte cose le fa da solo. Per questo abbiamo pensato ad una realtà che agisca come produttore discografico, ma che aiuti anche l’artista ad autoprodurre i suoi brani e progetti. Per aiutare gli artisti organizzeremo laboratori, e useremo la società Orangle per quanto riguarda il marketing».
Visto che, come diceva, di case discografiche ce ne sono già tante, cosa pensate di fare di diverso da quelle esistenti?
«Vogliamo colmare lo spazio che divide le major dalle etichette indipendenti, dialogando e collegandole tra loro. Essendo in questo ambiente da tanto tempo, Giordano e io possiamo mettere a disposizione i nostri contatti, e far dialogare queste diverse realtà. Le major hanno un loro spazio nel mercato, ma hanno anche bisogno di un bacino in cui nascano nuovi progetti, come appunto il mondo indipendente. Esiste un settore artistico che resta fuori dal mercato, e noi vogliamo andare a cercare quelle realtà, proponendole a chi fa del mercato il suo unico scopo, cioè le multinazionali. Ad esempio Warner ha già una sua branca che si occupa del mercato indipendente, che si chiama Ada, che noi useremo come distributore. Non saremo in concorrenza con le altre etichette, anzi, spesso recupereremo quel che le altre non hanno preso in considerazione, perché ci sono tanti bravi artisti che per tante ragioni restano esclusi dal mercato».
Siete appena partiti, cosa avete già cominciato a fare?
«Per adesso siamo in una fase di ascolto. Quando si è diffusa la notizia e abbiamo aperto i nostri canali siamo naturalmente stati inondati di materiale e richieste di contatto. Siamo all’inizio di un percorso che avrà un primo sbocco alla prossima edizione del Mei in settembre, ma non abbiamo certo la bacchetta magica».
Come vi dividerete i compiti con Sangiorgi?
«Lui è l’organizzatore, mentre io sono quello che prende in considerazione i progetti artistici, senza barriere di genere, dall’elettronica all’etnico. Tengo a precisare che il nostro non è un contest, quindi gli artisti non sono uno contro l’altro. Quello che decideremo di pubblicare sarà poi supportato anche successivamente nello sviluppo del progetto».