Dalle aurore boreali ai tramonti di Monteleone di Roncofreddo, dove abita da alcuni anni, Ada Grilli, scrittrice, fotografa, editrice ed esperta di fenomeni artici, non si ferma mai. È sempre impegnata nello studio, a caccia di aurore boreali e pronta a fare divulgazione su questo suggestivo fenomeno naturale e altri temi di cultura artica.
Originaria di Gambettola, ha vissuto a lungo in Veneto e in Lombardia e ha trascorso periodi di studio in Islanda e in Groenlandia. Ha quattro figli.
Il 2023 ha deciso di dedicarlo alla parità di genere, che è nata proprio in Scandinavia.
Da pochi giorni è rientrata dalla Lapponia svedese e racconta il viaggio dove, per l’ennesima volta, ha osservato e fotografato le aurore nate dai brillamenti solari del 26 febbraio e del 1° marzo. «La Lapponia è la regione subpolare che fece scattare il mio interesse per le aurore già nel lontano 1998 - afferma - da allora ho inseguito questo fenomeno naturale in tutti i Paesi artici, sia fotografandolo per farne poi materiale di esposizioni, sia allacciando rapporti con gli istituti di ricerca. La divulgazione scientifica è importante per capire. La mia pubblicazione “Aurore Polari-Ottava meraviglia del pianeta” (edita da “Leading” di Venezia e alla seconda ristampa), ha una sua funzione. Poi, con mostre varie, come quella di Cesena dello scorso dicembre e gennaio, e prima a Rovereto, L’Aquila, Genova, riesco a raggiungere molte persone e a suscitare emozioni come solo le immagini in grande formato sanno dare. Mi piace coinvolgere gli appassionati per andare poi a vedere di persona quella meraviglia».
È quindi nata l’idea di viaggi mirati: «Porto con me, ogni volta, poche persone ogni volta che vogliono seguirmi nella mia ricerca, che spazia dall’esperienza visiva agli approfondimenti della tecnica fotografica e dei meccanismi scientifici che provocano il fenomeno».
Ma come riesce a sapere dove, se e quando si vedrà l’aurora boreale?
«I luoghi li ho selezionati con anni di viaggi in tutte le stagioni. Questa volta ho portato il mio gruppetto di sei appassionati ad Abisko, il punto estremo della Lapponia svedese, e poi a Jukkasjaervi e a Jokkmok, le cittadine note come luoghi di incontro dei Sami (la popolazione autoctona della Lapponia di tutta la Scandinavia, ndr), poi a Kiruna, dove c’è un importante centro di ricerca spaziale, l’Irf, e infine a Kvikkjokk, un micro villaggio a nord ovest, scelto nel 1753 da Karl Linné, il botanico più famoso del mondo per aver catalogato tutte le piante con criteri scientifici. Proprio a Kvikkjokk è apparsa per ore un’aurora sviluppatasi poi a corona, la forma più bella e fantasmagorica che ci si possa augurare di vedere».
Ce la può descrivere?
«Il luogo era ideale, buio e aperto, sul punto più alto di una collina alta appena 300 metri. Il cielo era sereno, stellato e con mezza luna, condizione ottimale. L’aurora ha danzato a lungo fino alla prima mattina. Me l’aspettavo perché c’era un indice alto di attività magnetica. Lo rilevo da alcuni siti di istituti di ricerca in Alaska o in Scandinavia».
Com’è nato il suo progetto “Donne dei ghiacci” e in cosa consiste?
«Prevede conferenze, mostre e una pubblicazione. Il primo appuntamento, voluto da Fidapa, sarà proprio a Cesena, nella Sala Lignea della biblioteca Malatestiana, il 25 marzo. Il sottotitolo sarà “La parità di genere viene dal freddo?” A seguire, la mostra con lo stesso titolo, programmata a Bergamo nell’ultima settimana di maggio e commissionata dall’associazione “Donne per Bergamo-Bergamo per le donne”: è formata da 30 foto di donne da tutti i Paesi Artici, da me riprese nei miei viaggi. Per finire, una pubblicazione, prevista per dicembre, in cui presenterò i risultati in campo economico e politico di anni di evoluzione storica e i risultati parziali che hanno portato poi al raggiungimento della parità perfetta, a cominciare dall’Islanda».