Da Castrocaro i soccorsi via terra e dal cielo

Dopo aver fatto il punto con i tecnici del Comune per capire quali sono esigenze e criticità del territorio, il sindaco Francesco Billi, si attacca al telefono e chiama i suoi omologhi dei comuni limitrofi. Cerca di capire se ci sono persone isolate, frane attive o a rischio isolamento per poter fare un quadro esaustivo della situazione ai soccorritori. «La mia mattina parte con il briefing con i dirigenti dei miei servizi – spiega il primo cittadino - i quali raccolgono le esigenze del territorio, le valutano dal punto di vista tecnico e amministrativo facendo la sintesi anche delle segnalazioni dei residenti. Prosegue poi un confronto diretto con le colonne di protezione civile di Trento e Bolzano che stanziano a Castrocaro Terme e Terra del Sole ma anche con la Protezione civile locale ed i gruppi di volontari che vengono a darci una mano per fronteggiare questa straordinaria emergenza».

Più o meno verso metà mattina, c’è poi il confronto telefonico con gli altri primi cittadini. «In base ad alcune richieste di informazioni da parte della Protezione civile di Trento – spiega – facciamo un briefing sulle criticità di alcuni comuni limitrofi segnalate soprattutto relativamente alle evacuazioni e alle persone isolate».

La cittadina termale è ora centro nevralgico del coordinamento dei soccorsi non solo per il territorio comunale ma anche per i comuni circostanti. Se la sala della giunta è il centro operativo, quella del consiglio è ora il centro di prima accoglienza dove volontari e cittadini possono rifocillarsi. Durante i primi giorni, quando molte famiglie erano senza corrente elettrica, in tanti hanno trovato qui la possibilità di scaldare, ad esempio, il latte per il biberon dei più piccoli. A poche centinaia di metri dal palazzo del municipio, infatti, è stato allestita la colonna mobile della protezione civile di Trento e Bolzano. Uomini che stanno facendo la differenza nel salvataggio di persone. Due sono i mezzi della Protezione civile del Trentino che si alzano in volo dall’eliporto di Castrocaro per raggiungere le situazioni più critiche. Spesso si tratta di famiglie isolate dal resto del mondo poiché le frane hanno spazzato via ogni strada. In questi casi, i soccorsi possono arrivare rapidamente solo volando. Impossibile tenere il conto delle innumerevoli missioni di ricognizioni per valutare la situazione di frane, viabilità e sicurezza delle persone nelle frazioni più isolate. Veri e propri angeli venuti dal cielo, hanno portato in salvo le persone evacuate dai comuni di Dovadola, Rocca, Modigliana e Tredozio. Gli elicotteristi hanno giocato un ruolo determinante in termini di salvataggio di vite. Già nelle primissime ore dopo l’esondazione del fiume, ad esempio, a portare a termine i salvataggi in via del Molino a Terra del sole in cui furono salvate anche due neonate, furono gli uomini a bordo dell’elicottero Drago 150 della Compagnia di Bologna. Il personale della protezione civile e i vigili del fuoco provenienti dal Trentino sta combattendo contro frane, fiumi esondati, toccando con mano il dramma di chi si è visto portare via tutto dalla furia dell’acqua o della terra. Le loro ricognizioni sono state fondamentali anche per valutare l’evoluzione delle frane sulla SS67 e la condizione degli argini fluviali nel ravennate. La colonna mobile della protezione civile non si limita dunque a far fronte alle maggiori criticità nel comune di Castrocaro ma affianca i vigili del fuoco e le forze dell’ordine con i propri mezzi laddove c’è bisogno. Non sono gli unici a spendersi per la collettività proprio adesso che ce n’è più bisogno. Ieri verso mezzogiorno, decine di volontari armati di badili, stivali di gomma e tanta buona volontà, hanno fatto rientro in Comune per una piccola pausa dopo una giornata di lavoro. Hanno raggiunto le zone maggiormente colpite per dare una mano a chi ha perso tutto. Tra loro ci sono Simone Poggi, Cosimo Garagiuli, Cristian Alpi e Franco Maggiori, quattro ragazzi provenienti da Castrocaro, Rovere e Ricò. «Siamo qui perché abbiamo deciso di venire ad aiutare - raccontano con i vestiti zuppi di fango -. Siamo stati in via del Mulino, nella zona del campo sportivo, una delle più colpite dall’alluvione. La situazione è orribile. C’era oltre mezzo metro di fango. Le abitazioni sono senza nulla per non parlare delle aziende agricole che sono ridotte a zero. Quattro, cinque serre sono volate via, il fango arriva fin dentro alla casa, nei magazzini e nel ricovero macchine e attrezzi c’era un metro di fango, è tutto da buttare».

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui