Covid, la direttrice del dipartimento di Sanità pubblica: "Lentamente, ma si muove qualcosa nelle prime dosi"

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Dottoressa Raffaella Angelini, direttrice del dipartimento di Sanità pubblica dell’Ausl Romagna, come stanno procedendo le somministrazioni delle terze dosi?


«Non c’è stato il boom. Quando aprivamo le prenotazioni si impallavano tutti i sistemi di prenotazione, perché la gente correva a prenotarsi. Non si è verificato un fatto del genere, ma c’è un afflusso costante, senza corse. Il numero complessivo è di 24.889 (a Ravenna 11.027, a Forlì-Cesena 8.782, a Rimini 5.080, ndr). Quindi, considerato che abbiamo cominciato l’11 ottobre, viene a essere un numero buono. C’è un buon afflusso. Gli operatori sanitari vengono, d’altronde sono quelli - tranne i pochi casi che rifiutano il vaccino - più consapevoli del rischio e della necessità di essere protetti. Però ci sono anche gli over 80, che molto spesso fanno anche l’antinfluenzale in contemporanea».


Si sta pensando di estendere la terza dose all’intera popolazione.


«Per adesso sono opinioni. Autorevoli, ma sempre opinioni. Noi ci muoviamo quando ci sono delle disposizioni del ministero. Al momento sono limitate agli over 80, agli immunodepressi, agli operatori sanitari (dall’ultimo fine settimana), agli over 60 (da ieri) e ai fragili. Poiché le opinioni le abbiamo sentite da più parti, compreso il ministro, penso che sarà questione di poco prima che arrivino le indicazioni. Anche se dicessimo di aprirle a tutti, però, difficilmente si trova una persona che ha meno di sessant’anni e non fragile che si sia vaccinato in tempo utile per essere vaccinato con la terza dose adesso, perché occorrono sei mesi almeno dall’ultima».


In questi ultimi giorni i contagi stanno risalendo. C’era da aspettarselo?


«Sì. Per la stagione più fredda, per l’apertura delle scuole, per il rientro di molte persone che erano in smart working, per cui occasioni di contagio molto più frequenti e soprattutto una vita più all’interno di ambienti chiusi. Però è un aumento relativamente alle scorse settimane. Vado sempre a confrontare questo dato con quello che avevamo nella medesima settimana dell’anno precedente. Alla fine di ottobre del 2020 i casi positivi, che adesso sono stati un po’ di 835, erano 1.665, il doppio. E lo stesso i ricoveri in ospedale: 74 a martedì, erano 191. E’ una situazione confrontabile, ma decisamente diversa. E questa diversità è ovviamente data dalla campagna di vaccinazione, perché in questo ottobre possiamo fare molte più cose di quelle che potevamo fare l’anno scorso nel medesimo periodo, possiamo muoverci con una libertà maggiore».


Ci dobbiamo preoccupare della variante “Delta Plus”?


«E’ una cosa che dobbiamo sorvegliare attentamente e che si deve studiare. L’Inghilterra ha visto questo aumento enorme di casi nelle ultime settimane e, in coincidenza, hanno visto questa submutazione prendere il sopravvento. Possono essere due cose che non c’entrano niente l’una con l’altra, come può essere che questa submutazione sia più contagiosa o determini forme più gravi. Può essere che le due cose possano non essere legate da un rapporto causa-effetto (l’aumento dei casi non è dovuto a una maggiore trasmissibilità, ma solo al fatto che hanno abolito qualunque forma di restrizione) oppure può essere che c’entrino tutte e tre le cose».


Come sta procedendo la campagna vaccinale?


«Tutti i giorni continuiamo a rilevare, in tutti i centri vaccinali, almeno un centinaio di prime dosi (il 26 ottobre, 130 a Forlì-Cesena, 105 a Ravenna e 77 a Rimini). Anche queste ci fanno molto piacere, perché pur lentamente si smuove qualcosa. Sono persone che si stanno decidendo tardi, ma che decidono di vaccinarsi. Sono dati significativi».

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